di Luciano Della Vecchia, Segreteria Regionale Prc-FdS Umbria - La manifestazione di sabato 12 maggio a Roma organizzata dalla Federazione della Sinistra è stata una grande iniziativa politica che ha aperto una sfida vera nel nostro Paese contro le politiche economiche e sociali del governo Monti e contro l’austerity liberista dettata dalla BCE e dai governi europei di centrodestra.

L’importante successo di partecipazione non era scontato e diventa straordinario in una fase storica così cupa e densa di preoccupazioni, quando incertezza e condizioni individuali e collettive rompono e dissolvono le relazioni sociali e stentano a trovare una risposta per un cambiamento che solo una politica restituita alla sua missione più alta può garantire.

Da sabato scorso, anche in Italia quella sinistra che in Francia, in Grecia e altrove torna finalmente ad aprire una grande breccia nell’Europa senz’anima e senza popoli del liberismo e del rigore, muove i suoi primi passi e lo fa con una manifestazione di popolo che rilancia una proposta di alternativa e per il nostro Paese e per il Vecchio Continente.

L’aver dato vita alla prima grande mobilitazione contro il governo Monti, averlo fatto con migliaia di giovani ed intercettando le istanze di quel popolo del lavoro e dei beni comuni che non si rassegna e che ha risposto alla chiamata della Federazione della Sinistra, rappresenta il primo passo per la ricostruzione di un blocco sociale dell’alternativa.

Il respiro e la dimensione europea che abbiamo inteso dare alla giornata di sabato scorso ci incoraggia ad intensificare ed unire la lotta per un’Europa sociale e dei popoli che rimetta completamente e radicalmente in discussione il dominio dei mercati finanziari e l’austerity che ci ha portato dentro il baratro della recessione economica e con cui si compie un massacro sociale senza precedenti negli ultimi quarant’anni.

Di fronte allo scenario politico del nostro Paese, dopo il ventennio berlusconiano, in presenza di un governo che utilizza il nostro Paese come un laboratorio per sperimentare il definitivo divorzio del capitalismo finanziario dalla democrazia, con i rischi di un’antipolitica che può condurre ad esiti ulteriormente reazionari e populisti, la proposta di unità che abbiamo lanciato a SEL e IDV rappresenta l’unica possibilità di garantire una via di uscita a sinistra alla crisi economica, politica e sociale italiana ed è in linea con le aspirazioni di cambiamento che stanno attraversando tutta l’Europa.

L’unità che proponiamo anche in Umbria è inclusiva e rispettosa delle diverse sensibilità, ma si pone un obiettivo che non può essere rinviato e disatteso: la riforma sociale per un Paese che mai come oggi è stato così a rischio di caduta.

La sinistra che vogliamo è quella del lavoro e dei beni comuni, capace di confrontarsi sui temi veri della nostra regione e di unirsi sui contenuti: la sinistra la vogliamo unire davvero.

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