L'ordine è votare. La Chiesa alza gli scudi crociati
La ventilata nomina del cattolicissimo Maurizio Lupi a Guardasigilli non consentirà a Silvio Berlusconi di arruffianarsi più di tanto l'elettorato cattolico almeno in materia di referendum. Su acqua, giustizia e ambiente la Chiesa ha alzato ieri gli scudi. Perché il premier è reduce da una sconfitta talmente clamorosa che difenderlo sarebbe solo una perdita di tempo. E perché trovare una nuova «ragione sociale» per affrontare il dopo-Berlusconi diventa un'urgenza.
Nessuna «guerra al quorum» - come fu nel 2005 quando l'allora presidente della Cei Camillo Ruini fece di tutto per boicottare la consultazione sulla procreazione assistita - ma anzi «un invito ad andare a votare e a invitare gli altri a fare lo stesso». La sollecitazione arriva dalla Commissione nazionale Giustizia, Pace e Creato della famiglia di suore e padri domenicani che non esprime un consiglio di voto «ma invita la famiglia domenicana tutta a partecipare responsabilmente a questo momento e spazio di democrazia». Come se non sapessero che così facendo il consiglio di voto l'hanno già dato. Ma la Chiesa è così, dice e non dice e a volte persino precisa. «Questa volta - dicono i domenicani - riteniamo particolarmente importante esercitare questo diritto-dovere». Perché l'acqua è un diritto e non solo un bisogno e perché il nucleare «ci chiede di decidere non solo per il presente ma per il futuro».
E si fa forte - la famiglia domenicana - anche delle recenti affermazioni del segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata che parlando a nome dei vescovi italiani aveva esortato a una «responsabilità e cura sempre più grande perché i beni comuni rimangano e siano salvaguardati e custoditi per il bene di tutti». Certo Crociata parlava dell'acqua ma non è da escludere che un pensierino sul legittimo impedimento pure l'abbia fatto.
Non politicizziamo i referendum tuona l'Avvenire che sempre per dire e per non dire spiega «che le questioni poste non riguardano il destino di un esecutivo e del suo leader, ma il futuro di un Paese». Dunque - cari cattolici del Pdl - passatevi una mano sulla coscienza e passate pure la mano. Non è dribblando il voto che salverete il premier.
Ma l'attacco frontale arriva da Famiglia Cristiana, la testata più anarchica dell'universo cattolico che parla di un «Cavaliere 'battuto' sul nucleare», «un'altra sconfitta che si aggiunge alla disfatta delle amministrative». E il settimanale dei Paolini gareggia col Cavaliere anche in materia di sondaggi - «più che probabile la vittoria dei 'sì' - mentre il prossimo 9 giugno sacerdoti, suore e missionari si troveranno a San Pietro per un giorno di digiuno a pane e acqua. Per salvare l'acqua.
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