GLI OPERAI ITALIANI, CHE QUALCUNO IMPRUDENTEMENTE CREDEVA ESTINTI COME UNA DELLE TANTE SPECIE ANIMALI E VEGETALI DEL NOSTRO PAESE SCOMPARSE PERCHE’ VENUTO MENO IL LORO AMBIENTE NATURALE, IN QUESTO CASO LA GRANDE FABBRICA,  RITENUTA NON A TORTO LA VERA CULLA DELL’OPERAIO MASSA, CIOE’ IL VERO E PROPRIO NERBO DI QUELLA CHE OGGI VIENE DEFINITA LA “MITICA” ( NEL SENSO CHE NON ESISTENDO PIU’ REALMENTE ESISTE SOLTANTO A LIVELLO DI MITO) CLASSE OPERAIA ITALIANA.

MA COME TUTTI SANNO E COME L’ESPERIENZA DELLA STORIA INSEGNA, I MITI SONO SEMPRE DURI A MORIRE, SOPRATTUTTO QUANDO, COME IN QUESTO CASO, HANNO RAPPRESESENTATO E RAPPRESENTANO IL MOTORE DELLA STORIA NAZIONALE ED EUROPEA DEGLI ULTIMI CENTOCINQUANTA ANNI. COSI', COME SUCCEDE PARLANDO DI SPECIE ANIMALI E VEGETALI CHE  PUR RITENUTE DI FATTO SCOMPARSE POI IMPROVVISAMENTE RIAPPAIONO, ANCHE I MEDIA CHE GIA’ DAVANO PER DEFINITIVAMENTE SCOMPARSI GLI OPERAI HANNO DOVUTO RICREDERSI, COME? SOPRATTUTTO PER DUE FATTORI, UNO SI CHIAMA MARCHIONNE, AMMINISTRATORE DELEGATO FIAT, E L’ALTRO SI CHIAMA” IL CIELO”.  VEDIAMO COME STANNO LE COSE. 

CHIEDENDO A GRAN VOCE IL RIDIMENSIONAMENTO DEL POTERE DI INTERDIZIONE DI UNO DEI SINDACATI METALMECCANICI, PRECISAMENTE LA FIOM,  SERGIO MARCHIONNE HA DI FATTO RICONOSCIUTO E FATTO CONOSCERE AI MEDIA E ALLA PUBBLICA OPINIONE NON SOLO LA PRESENZA ANCORA NUMEROSA DELLA “MITICA” CLASSE OPERAIA ITALIANA, MA ANCHE LA SUA  ANCORA INTATTA  CAPACITA’ DI  LOTTA. UNA CAPACITA’ CHE PUR AVENDO SUBITO NEL TEMPO QUALCHE MUTAZIONE E’ ANCORA SOPRENDENTEMENTE CAPACE DI IMPENSIERIRE I DISEGNI DELLA PIU’ GRANDE AZIENDA ITALIANA, ANCHE NELLA SUA ATTUALE VESTE DI MULTINAZIONALE.  DA QUI’ E’ SCATURITA UNA PESANTE OFFENSIVA TESA A “DEFIOMMIZZARE” (PAROLE DI MARCHIONNE) LA FIAT, CON L’OBIETTIVO DI UNA REALIZZAZIONE INDISTURBATA DEI PROGETTI CHE LA MULTINAZIONALE NUTRE NEI CONFRONTI DEI SUOI STABILIMENTI ITALIANI. INSOMMA FUORI LA FIOM DEGLI “IRRIDUCIBILI” (SECONDO MARCHIONNE) E DENTRO TUTTI COLORO CHE INVECE INTENDONO DIALOGARE CON L’AZIENDA. LA FIOM SBAGLIA? FORSE SI, CONSIDERANDO I NUOVI SCENARI AHIME’ POCO FAVOREVOLI AD  UNA FORMA DI LOTTA VECCHIO STILE, MA NON SBAGLIA NEL NON CONSIDERARE DEFINITIVAMENTE CHIUSA LA PARTITA DEL CONFRONTO DI CLASSE. PERCHE’ COME GLI AVVENIMENTI IN CORSO STANNO A DIMOSTRARE GLI OPERAI NON SOLO ESISTONO ANCORA MA RILANCIANO , ANCHE CON INIZIATIVE ESTREME, LA  VOLONTA’ DI PRONUNCIARSI SUL LORO FUTURO. NON E’ SOLO UNA QUESTIONE DEI METALMECCANICI, E’ UNA QUESTIONE DI TUTTO IL MONDO DEL LAVORO, UNA RISPOSTA CORALE, A VOLTA DISPERATA, MA TESA SOPRATTUTTO A DIMOSTRARNE  LA VITALITA’ E LA FORZA.  MA QUANTO DOVRANNO SALIRE ANCORA IN ALTO GLI OPERAI  ITALIANI CHE VEDONO SPARIRE I LORO POSTI  DI LAVORO DIVORATI DALLA GLOBALIZZAZIONE E DALLA ATTUALE CRISI DELLA FINANZA MONDIALE? E’ QUI’ CHE ENTRA IN CAMPO  IL SECONDO FATTORE “IL CIELO”, CHE LI VEDE SALIRE SEMPRE PIU’ IN ALTO, SULLE CIMINIERE, SULLE GRU, SUI TETTI, SULLE TORRI CIVICHE COME CAPITA AGLI OPERAI DELLA MERLONI DI NOCERA UMBRA.

SALIRE SEMPRE PIU’ IN ALTO PER DIMOSTRARE  LA PROPRIA ESISTENZA E RIVENDICARE I PROPRI DIRITTI. E CHI SE LO ASPETTAVA? ECCOLI, I QUASI SCOMPARSI, RIAPPARIRE IN MODO ECLATANTE, DIVENIRE OGGETTO DI ATTENZIONE DEI MEDIA TELEVISIVI PROPRIO PER IL FATTO CHE DA LASSU’ TUTTI POSSONO VEDERLI E QUINDI LE LORO ISTANZE NON SI POSSONO IGNORARE. QUANTO DOVRANNO SALIRE ANCORA IN ALTO I LAVORATORI ITALIANI? MAGARI INVECE CHE OCCUPARE GRU , CIMINIERE E TORRI, PROSSIMAMENTE SALIRANNO SU UNA VETTA IMPORTANTE, MAGARI IL MONTE BIANCO  PER GRIDARE LA LORO ESISTENZA DA 4000 METRI E RICORDARCI CHE C’E’ UN PROBLEMA, QUELLO DEL LAVORO E DEI LAVORATORI.  RITORNANDO AI MITI, NE VIENE IN MENTE UNO CONCEPITO CENTOCINQUANTA ANNI FA A PARIGI NEI GIORNI DELLA COMUNE. IL MITO SI RIASSUMEVA IN UN MOTTO  CHE DICEVA “DIAMO L’ASSALTO AL CIELO” , QUEL MITO VIVE ANCORA.

GIAN FILIPPO DELLA CROCE

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