L'editoriale di Gian Filippo Della Croce/ Isola del tesoro
Forse prima o poi oltre all’ormai vetusto titolo di “isola felice” (che per molte ragioni ormai nessuno osa usare più), all’Umbria toccherà anche il titolo di “isola del tesoro”, visto che si sta parlando intensamente in questi giorni di un tesoro che sarebbe celato in qualche stanza segreta dell’amministrazione regionale o fra le pieghe dei documenti di bilancio, insomma si tratterebbe di una cospicua somma accantonata nel tempo in assoluta segretezza e che sarebbe disponibile presso l’assessorato all’economia e allo sviluppo della Regione.
In questi tempi di crisi e di penuria finanziaria , una notizia come questa, pur se filtrata attraverso le maglie della massima segretezza esercitata dall’amministrazione in merito al confermare o smentire l’esistenza del tesoro, non può non avere un grande effetto su una società regionale sempre più preoccupata per il futuro. Allora se ne parla, magari a mezza voce, ma se ne parla, ne parlano anche i giornali e i media, con cautela perchè i contorni della vicenda sono avvolti nel mistero, ma se ne parla.
Certo che una robusta iniezione di risorse finanziarie oltretutto immediatamente disponibili potrebbero fare dannatamente comodo alla nostra economia regionale , ma l’assessore Rossi il quale viene indicato come il custode del tesoro ne smentisce anche se con molte contraddizioni e imbarazzi l’esistenza. Quindi si tratta di una falsa notizia, di una favola messa in giro in tempi di crisi per far brillare un lumicino di speranza a quanti si dibattono nel pantano dei problemi che la crisi porta con sé? O no, e allora se c’è qualcosa di vero in merito all’esistenza del tesoro è bene che l’assessore o chi per lui, comincino a fare chiarezza sulla sua vera o presunta esistenza.
Perché non farlo?
Quale strategia starebbe eventualmente dietro alla volontà di negare un
fatto che invece andrebbe chiarito ai cittadini ormai informati dai
media? E’ veramente un atteggiamento poco comprensibile questo dire e
non dire da parte dell’amministrazione regionale, che invece potrebbe
segnare un punto a suo favore dimostrando come il tanto vilipeso “buon
governo” dell’Umbria abbia invece operato saggiamente, accantonando
risorse come un buon padre di famiglia nell’interesse dei suoi
cittadini.
E’ ovvio che a valle di questa considerazione ne scende un’altra altrettanto ovvia, cioè se le risorse ci sono e sono frutto di un virtuoso risparmio perché non utilizzarle nel momento in cui servono? E forse il nodo sta proprio qui, laddove l’esperienza di governo ci insegna che più che nel risparmiare le difficoltà stanno nel saper spendere le risorse, soprattutto nel saperle spendere bene, verso le giuste priorità . Ma per spenderle bene ci vuole una adeguata strategia che individui forme, modi e obiettivi di spesa, è questa che manca e quindi costringe alla prudenza l’assessore Rossi?
Certo la sua è una posizione non facile, è la posizione di un amministratore che a un certo punto, aprendo un cassetto nel suo ufficio scopre improvvisamente che i suoi predecessori gli hanno lasciato una cospicua eredità senza preoccuparsi di dare indicazioni in merito alla sua utilizzazione. Che fare dal momento che quei soldi sono dei cittadini e quindi ad essi vanno ricondotti? Visto che le indicazioni a priori mancano, è bene, visti i tempi che corrono farsi venire rapidamente delle buone quanto efficaci idee in merito ad una utilizzazione virtuosa.
Forse è proprio questo che manca, e spiegherebbe le esitazioni dell’amministrazione, che magari per prendere tempo, si nasconde dietro a sempre più imbarazzanti silenzi o negazioni. Ma di fronte a una crisi del tipo di quella che stiamo vivendo che rischia di divenire addirittura strutturale, occorre agire rapidamente, quindi si dica chiaramente una volta per tutte se il tesoro esiste o no e se esiste si dica anche come è strutturato e come si pensa di impiegarlo. Se i tempi non sono più quelli “dell’isola felice”, figuriamoci se possono essere quelli “dell’isola del tesoro”.
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