L'editoriale di Gian Filippo Della Croce/ Buon viaggio?
In una dichiarazione di alcuni mesi fa la Presidente Catiuscia Marini esclamava all’indomani dei “fatti folignati” : “nessuno si illuda, noi andiamo avanti”. Una bella e forte dichiarazione, un deciso avvertimento a quanti speravano già allora che quei “fatti”, potessero in qualche modo mettere in difficoltà una Presidente che parlava di riforme. Una affermazione che vale la pena di ricordare oggi dopo gli accadimenti avvenuti nella riunione del Consiglio Regionale dedicata all’approvazione della Finanziaria regionale 2011.
La storia secondo Schopenauer dà una sola lezione “eadem, sed aliter” , cioè secondo il filosofo tedesco si ripetono sempre le stesse cose anche se in modo diverso. Infatti egli aggiunge che la storia non è altro che uomini che inseguono sogni che non vedranno mai realizzati o troveranno deludenti quando lo saranno. Per non sconfinare troppo nel vasto mondo, resteremo ancorati alla nostra Italia e alla nostra Umbria per riflettere meglio sulle parole di Catiuscia Marini e di Schopenauer.
Difatti la storia dell’Italia repubblicana è stata ed è tuttora sopratutto una perpetua lotta tra chi vuole e tra chi non vuole le riforme che servono al Paese e in maniera diversa ma sostanzialmente simile lo è stato e lo è anche per la storia dell’Umbria regionale. Il “modello umbro”, una volta realizzato dai “padri” della Regione, è stato ritenuto dal 1970 (anno di costituzione della Regione) in poi “irriformabile”, insomma il “miglior” modello possibile sul fronte politico, economico, sociale, culturale. Un modello “totale”, capace di produrre buone leggi che per un certo tempo sono state anche all’attenzione nazionale.
Da qui, da queste “certezze”, nasce la tendenza conservatrice di non cambiare mai nulla del mitico modello, unico riferimento per i politici e per la politica dei partiti della sinistra e successivamente del centrosinistra che dal 1970 hanno espresso il governo di questa regione. Ma come è stato detto la Storia non può che ripetersi, anche quando riguarda modelli apparentemente consolidati come quello umbro, del quale si può dire oggi che da molti non sia più considerato il migliore in assoluto, ma che necessiti invece di opportuni restauri. A questo punto riconsiderando la dichiarazione della Presidente , quel “nessuno si illuda , noi andiamo avanti”, si capisce che quel “andare avanti”, non significa altro che andare avanti sulla strada dell’innovazione e perché no delle riforme utili anche a modelli “durevoli” come il nostro.
Ma quali spazi ci sono per portare avanti quelle innovazioni, quelle correzioni di rotta necessarie a far navigare la navicella dell’Umbria nel tempestoso mare della attuale stagione politica percorso a sua volta dallo tsunami di una crisi economica dalla forza devastante? La legge finanziaria regionale 2011, ha cercato di dare risposte in tal senso, ha cercato di mettere in campo innovazioni di metodo e di merito, anche nelle presenti difficoltà indotte dalla restrittiva politica finanziaria del Governo, che ha falcidiato la disponibilità di risorse a favore delle istituzioni locali. Insomma la Presidente e la sua Giunta hanno cercato anche se ancora timidamente di interpretare quell’innovazione, quel cambiamento necessario ad adeguare il modello umbro alle urgenze del momento, ma non hanno fatto bene i conti con le difficoltà provenienti dalla politica, cioè dall’interno della stessa maggioranza di centrosinistra.
Si è ripetuta quindi ancora una volta l’eterna lotta prevista da Schopenauer fra innovatori e conservatori, una lotta tuttora in corso, che ha visto anche nell’ultima seduta del Consiglio Regionale, proprio la seduta dedicata all’approvazione della Finanziaria 2011, un episodio straordinario, quello che ha visto il capogruppo della maggioranza, creare difficoltà alla Presidente espressione della stessa maggioranza. Questo sta a dimostrare che il confronto fra innovazione e conservazione non ha scenari precostituiti e può essere imprevedibile, buon viaggio Presidente.
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