PERUGIA – Con lui c’erano anche Renato Covino, ordinario dei storia contemporanea a Perugia, Adriano Roccucci, dell’Università di Roma3 e Mario Tosti, docente di storia moderna dell’Università di Perugia e Presidente dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea.

Tutti seduti nell’elegante Sala Goldoni di Palazzo Gallenga, i relatori si sono confrontati ieri sul tema dell’unità nazionale, periodo da cui parte il testo di Stramaccioni. E non solo.

L'incontro è stato anche occasione per affrontare momenti cruciali della storia italiana e internazionale come il fascismo, la nascita della Repubblica, il crollo del muro di Berlino e la fine dell’ex Unione Sovietica.

“L’Italia di fatto non ha mai perso il proprio collante unitario -ha spiegato Covino- mantenendo sempre un filo rosso tra le varie fasi della storia, anche se spesso, nei momenti di crisi più acuta, dà l’impressione di potersi sfilacciare da un momento all’altro”.

Una nazione piena di contraddizioni, questa è l'Italia. Ma anche un Paese in grado di dare grande prova di sé nei momenti più difficili. Per questo gli esperti hanno ricordato il boom economico, passaggio determinante in cui l’Italia aveva tassi di crescita pari a quella della Cina odierna. Poi le battaglie sociali degli anni Sessanta e Settanta, senza mai dimenticare la Resistenza e la liberazione dal ventennio fascista.

“Il nostro Paese da sempre rappresenta una finestra sul Mediterraneo e un crocevia tra l’est e l’ovest dell’Europa -ha commentato Roccucci- motivo per il quale dopo la fine dell’Urss, anche in Italia c’è stato un momento di smarrimento dal punto di vista geopolitico”.

E in tutto questo il libro di Stramaccioni si pone come “un racconto che si fa interpretazione -ha dichiarato lo stesso autore- con l’intenzione di dare al lettore uno sguardo ampio sul nostro Paese e la possibilità di formare una propria opinione sull’evoluzione della nostra storia e sul ruolo dell’Italia in Europa”.

 


 

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