Da www.rassegna.it - Dal primo gennaio 2011 con il decreto Milleproroghe (quello dei tagli all'editoria) entrano in vigore le nuove disposizioni sul Wi-Fi libero. E così cadono quasi tutte le limitazioni che erano state introdotte dal decreto Pisanu che gravavano sugli hotspot wi-fi pubblici. Gli esercenti non dovranno più quindi identificare gli utenti, né registrarne il traffico.

Viene meno così una delle cause, probabilmente la principale, della lenta diffusione del web gratuito nei luoghi pubblici del nostro Paese. I nostri hotspot wi-fi, infatti, sono meno di un quarto di quelli francesi, per non parlare di città come Berlino, dove esiste un progetto pubblico per installare sui semafori cittadini le antenne Wi-Fi per garantire la connessione gratuita alla rete in tutto il centro della capitale tedesca.

Ora, entro due mesi, dovrà avvenire a conversione in legge del decreto ed è un quella sede che verranno introdotti nuovi obblighi, anche se più "leggeri" e meno invasivi. L'orientamento prevalente, secondo quanto scrive oggi l'edizione online di Repubblica, è di imporre identificazione e registrazione del traffico degli utenti solo per specifiche esigenze investigative (e non a tappeto e a priori, com'è stato finora). Questo sarà il senso dell'emendamento che sarà presentato da Antonio Palmieri (Pdl), tra i parlamentari più attenti alla materia di internet. Le forze dell'ordine potrebbero quindi richiedere a certi esercenti, per un determinato periodo di tempo e per scopi precisi, di monitorare gli accessi. Un po' come avviene per le intercettazioni telefoniche.

A sollevare dubbi sull'opportunità di questa liberalizzazione del wi-fi era stato per primo il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. "Bisogna rendersi conto - aveva dichiarato Grasso - che dietro queste reti, Wi-Fi e Internet point, ci si può nascondere benissimo nella massa degli utenti, non più identificabili. Si possono anche trovare terroristi, pedofili, mafiosi".
 

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