Nel documento programmatico elaborato dalla Federazione della Sinistra per le elezioni regionali 2010 come primo punto dell'azione del nuovo governo regionale si chiedeva l'attivazione di un Piano regionale per il Lavoro “inteso come vero e proprio programma multi settoriale, che preveda una reimpostazione del complesso degli interventi regionali, finalizzandoli alla priorità occupazione”. Il Piano, si specificava nel documento, avrebbe dovuto operare su due versanti: da un lato “razionalizzare e, ove possibile, amplificare gli impatti occupazionali derivanti da interventi di politica regionale già in corso o programmati, dall'altro, mettere a punto azioni aggiuntive, con caratteristiche esemplari, sia in termini di spesa che di assetti regolatori”.

A tal fine si ipotizzava una revisione e riscrittura dei diversi piani operativi a suo tempo presentati all'Unione Europea e si indicavano iniziative specifiche quali l'attivazione di uno specifico fondo di rotazione per il finanziamento di interventi di trasmissione della proprietà delle imprese in crisi ai lavoratori dipendenti che decidano di proseguirne l’attività organizzandosi in cooperativa, di un altro fondo, utilizzando anche risorse europee, per il sostegno dei contratti di solidarietà ed il rifinanziamento, con gli opportuni aggiustamenti, la legge regionale per l'imprenditoria giovanile. Si chiedeva, riprendendo una proposta di legge già presentata in Consiglio, l'istituto del reddito sociale ed un impegno al superamento delle forme di precarizzazione del lavoro, a partire da quelle presenti all'interno delle diverse istituzioni locali.

La priorità della realizzazione di un Piano regionale del Lavoro veniva confermata nel documento di intesa sottoscritto da Partito Democratico e Federazione della Sinistra, che consentiva il ritiro da parte di quest'ultima della candidatura Goracci e la ricomposizione della coalizione regionale di centro sinistra. Nel programma con il quale la candidata Presidente Marini si presentava alle elezioni l'idea di un Piano regionale per il lavoro veniva ripresa ma in modo blando e sfumato. Nella relazione di fine anno, nonostante l'enfasi verbale posta sull'emergenza lavoro ed occupazione, alla possibilità di attivazione di uno specifico strumento Piano del Lavoro venivano fatti criptici riferimenti, mentre nel Documento Annuale di Programmazione (DAP) 2011/2013 ogni riferimento al Piano regionale del lavoro scompare.

Eppure la situazione sul versante occupazionale si presenta ogni giorno sempre più drammatica. Sono dei giorni scorsi i dati diffusi dalla CGIL regionale che parlano di un incremento delle ore di Cassa Integrazione nel 2010 rispetto al 2009 del 98%, a fronte di un 31% della media nazionale. I lavoratori coinvolti sono 18.913, di cui 10.938 interessati alla CIGD (Cassa integrazione in deroga per la quale non c'è certezza di finanziamento). Mentre un elemento ancora più significativo è dato dalle posizioni di lavoro a 0 ore che ammontano a 9.457 unità, di cui 5.469 interessati sempre dalla CIGD. Se a questi 18.913 lavoratori aggiungiamo le 37.000 persone rilevate dall'Istat che, attivamente o meno, sono in cerca di una occupazione, senza contare chi, sopratutto donne, senza più alcuna speranza ha deciso di “ritirarsi” dal mercato del lavoro, la situazione appare veramente esplosiva, al punto che è la stessa CGIL a tornare a chiedere che “per il 2011 occorre fare in modo che la realizzazione del Piano per il lavoro che contrasta questa tendenza sia la priorità vera della nostra regione”. Intanto l'Amministrazione provinciale, governata da una giunta di centro sinistra, non trova di meglio che non rinnovare i contratti a qualche buona decina di lavoratori precari che da molti anni lavorano, ironia della sorte, proprio agli sportelli dei servizi per l'impiego.

Sarebbe opportuno che le forze politiche della Sinistra, quelle stesse che non più tardi di ieri si sono ritrovate unite attorno alla FIOM, riprendessero con forza e determinazione la questione del Piano regionale per il Lavoro, ne facessero terreno unitario e prioritario di iniziativa politica in tutte le sedi istituzionali. Un modo assolutamente concreto per far capire da che parte si sta.

Franco Calistri (Socialismo 2000-Federazione della Sinistra)

 

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