Il dirottamento dei fondi per abbattere la povertà
Di Raffaele K. Salinari*
I piagnistei del decadente Presidente del Consiglio italiano sui giudici comunisti, non sono comunque riusciti a coprire le gravi responsabilità italiane in materia di mancato raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che il G8 di Deauville ha ripreso, per l'ennesima volta, riciclando le stanche litanie cui siamo abituati oramai da quando, durante il nefasto incontro di Genova, si cominciò a parlare di "Piano Marshall" per l'Africa. I fatti dicono che l'Italia ha stanziato nel 2010 per l'aiuto pubblico allo sviluppo solo lo 0,15% del suo Pil a fronte di un obiettivo previsto dello 0,51%. Questa politica, che affianca le scelte di diminuzione dei fondi per il welfare, la scuola pubblica, ma salva ed anzi incrementa quella per la difesa, non solo ha l'effetto di farci perdere credibilità a livello internazionale, ma getta una ipotesa pesantissima sulla performance complessiva dell'Ue che ha così mancato l'obiettivo comunitario dello 0,56% del Pil.
L'Italia, infatti, facendo mancare il suo contributo, ha amputato lo sforzo comunitario circa del 40%. Ancora più grave la situazione relativa al Fondo globale per Aids, proposto dal Governo italiano sempre durante il G8 di Genova: l'Italia, non ha versato i contributi del 2009 e del 2010, ed ha così perso il diritto al seggio unico nel Consiglio Direttivo del Fondo. In questo quadro di arretramento del nostro Paese, che alcuni oramai vorrebbero addirittura estromesso dai G8 proprio per la mancanza cronica di rispetto degli impegni presi, si situa l'ennesima iniziativa dei "grandi", Italia in primis naturalmente, che hanno annunciato 40 miliardi di dollari per finanziare la nuova "Partnership di Deauville".
Di cosa si tratta? In sostanza di una garanzia di 40 miliardi di dollari per agevolare l'accesso al credito presso Istituti internazionali da parte dei Governi delle "primavere arabe", Tunisia e Egitto in particolare, che dovrebbe trasformarli nelle prime vere democrazie ad economia di mercato della sponda Sud del Mediterraneo, innescando così un processo simile a quello che ha interessato le nazioni dell'ex boccio sovietico. A parte il giudizio che si potrebbe dare su queste trasformazioni, resta fortissimo il rischio che si tratti di un "gioco delle tre carte" e cioè che i soldi promessi derivino sempre da quelli a suo tempo impegnati per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e mai sborsati. In sostanza si pensa di "dirottare" i fondi dalla lotta alla povertà, che attualmente non ha nessun appeal all'interno dei summit internazionali, verso il sostegno economico ad Egitto e Tunisia, consentendo così la creazione di un ambiente favorevole a nuovi investimenti di capitale in una zona "sensibile" non solo per gli interessi economici della Ue ma anche per quelli degli Usa.
Ancora una volta, dunque, si usa la vecchia tecnica della "carota" cioè degli aiuti, a chi sarà in grado di mantenere la continuità delle alleanze e la prevalenza degli interessi forti nell'area mediterranea, e del "bastone", cioè i bombardamenti massicci che sono stati applicati alla Libia, e che comunque rientrano anch'essi nella geopolitica della retorica umanitaria.
*Presidente Terre Des Hommes
Fonte: Liberazione del 29 maggio 2011
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