Ringraziamo pubblicamente l’avvocato Enrico Menichetti per l’articolata arringa in difesa della società Umbra Acque da lui presieduta. Concordiamo altresì con il Presidente quando afferma che il dibattito sulle ricadute dei due referendum abrogativi in materia di servizi pubblici locali e di servizio idrico integrato debba essere aperto, partecipato, razionale, non ideologico.
Purtroppo il primo ad aver avuto un approccio ideologico alla questione dei servizi pubblici essenziali locali è stato proprio il legislatore che con l. n. 166 del 2009 li ha collocati tutti sul mercato, sottoponendoli alle regole della concorrenza e del profitto senza considerare che la gestione privatistica dell’acqua ha determinato aumenti significativi delle bollette e una riduzione drastica degli investimenti per la modernizzazione delle infrastrutture idriche.
Anche in ragione di ciò appaiono deboli le argomentazioni dei difensori del decreto che sottolineano come ad essere privatizzato non sia il bene, ma il servizio di fornitura e che l’aumento del capitale privato innesca un circuito virtuoso che vede maggiori investimenti e riduzione degli sprechi.
La debolezza dei controlli e la incapacità di incidere sulla governance della società, legate soprattutto alla impossibilità del governo e del controllo pubblico nel momento in cui ci ritrova dinanzi a forme giuridiche di diritto privato, regolate dal diritto societario, ci inducono ad affermare con convinzione che un bene è pubblico se gestito formalmente e sostanzialmente dal pubblico, nell’interesse esclusivo della collettività.
Per quanto attiene invece al deposito cauzionale, in attesa di un’auspicabile modifica degli assetti societari di Umbra Acque che riteniamo debba tornare ad essere un soggetto interamente pubblico, invitiamo il Presidente Menichetti, alla luce delle sue dichiarazioni in merito, a farsi subito promotore di una modifica del “Regolamento di gestione del servizio idrico integrato” che elimini la riscossione dell’adeguamento del deposito cauzionale quale atto dovuto da Umbra Acque. Sarebbe questo un atto importante che toglierebbe la società dall’imbarazzo di dover chiedere soldi ai cittadini solo perchè obbligata. Al di là di tutto però Rifondazione comunista continua a sostenere la ripublicizzazione dell'acqua nel pieno rispetto dell'esito referendario, è disponibile a verificare anche forme innovative di gestione pubblica con la partecipazione diretta dei cittadini e continuerà nei consigli comunali ad impegnare le amministrazioni ad intevenire comunque sulla modifica del regolamento per la sopressione del deposito cauzionale.

Enrico Flamini
Segretario Provinciale Prc - FdS Perugia

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