MILANO - La commemorazione ufficiale della strage di piazza Fontana, che il 12 dicembre 1969 uccise 17 persone e ne ferì un'ottantina, e' iniziata, a Milano, tra i fischi e le urla di meno di un centinaio di contestatori contro il sindaco, Letizia Moratti, e il presidente della Provincia di Milano, Guido Podesta'. I fischi e le urla sono proseguiti anche mentre veniva suonato il Silenzio in onore di tutti i caduti. Le autorita' e i rappresentanti antifascisti e del comitato delle vittime hanno deposto le corone davanti alla Banca nazionale dell'Agricoltura. Forse anche a causa del freddo, non c'è una gran folla.

Ha parlato il presidente dell'associazione familiari vittime di piazza Fontana, Carlo Arnoldi. Ha chiesto un minuto di silenzio per commemorare i nomi delle vittime, silenzio rispettato da tutti.

Solidarietà da Napolitano a familiari vittime
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il 41esimo anniversario della strage, ha incaricato il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, di "manifestare a Carlo Smuraglia, presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Milano e a Carlo Arnoldi, presidente dell'Associazione Familiari Vittime di Piazza Fontana, la propria vicinanza ai familiari delle vittime dell'attentato che ha profondamente segnato la storia della citta' di Milano e dell'intero Paese". Solidarietà ai familiari anche dall'associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili di Firenze. E il presidente del Senato Schifani aggiunge che è dovere dello Stato cercare e trovare la verità.

Caputo del Pd: si tolga davvero segreto di Stato
"Nessun tribunale ha ancora condannato i colpevoli, come d'altronde e' successo per Piazza della Loggia a Brescia", afferma Roberto Caputo, vice capogruppo del Pd alla Provincia di Milano, che aggiunge: "Il segreto di stato dopo trent'anni viene tolto per legge. Nella realta' molti documenti non sono consultabili. Se vogliamo rendere giustizia a quei morti della Banca Nazionale dell'Agricoltura e non versare false lacrime, si tolga veramente il segreto di stato. In caso contrario si rischia di diventare complici degli assassini"

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