A Città di Castello si è discusso sulla diffusione della banda larga regionale
“Come può un’esperienza di rete locale avere un suo senso all’interno di un media, cioè internet, percepito come globale; quali sono i contenuti educativi presenti nel web e soprattutto di chi sono; la rete locale, superata la fase della infrastrutturazione deve solo fornire accessi? Queste solo le domande, o meglio le “provocazioni” come le ha definite lo stesso Presidente del Centro Studi Villa Montesca, Giuliano Granocchia che hanno dato l’avvio al convegno “Dalla rete alle reti: l’esperienza umbra del progetto ERA (E-Learning Regional Area) Applicazioni e futuro del web 2.0” tenutosi nella giornata odierna alla sala consiliare del Comune di Città di Castello. Hanno partecipato alla giornata di studio, oltre al presidente, l’assessore regionale alle Infrastrutture tecnologiche immateriali Stefano Vinti, il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta, il Presidente della Comunità Montana Alta Umbria, Mauro Severini, il direttore tecnico di Alena net, Angelo Labeni, Sergio Agostinelli, consulente Formez, Antonio Giovannoni del Gruppo SRE E-Campus. La scelta di Città di Castello non è stata casuale poiché è proprio da questo territorio che è nato nel 2003 il progetto ERA dalla volontà dei comuni dell’Altotevere, della Comunità Montana Alta Umbria e del Centro Studi Villa Montesca di realizzare un’azione concreta per aumentare le opportunità dell’utilizzo della rete internet nel territorio in questione. L’area altotiberina, infatti, a causa delle sue specifiche condizioni geografiche, non aveva conosciuto uno sviluppo diffuso nell’accessibilità alla rete telemetica, essendo per i gestori della connettività commercialmente non conveniente sviluppare reti in aree marginali e montane non densamente abitate. La prima fase della sperimentazione ha coinvolto studenti di ogni ordine residenti nell’area. Il tema era quello della formazione a distanza, ma a questo proposito Granocchia ha tenuto a sottolineare che “non deve sostituire quella in aula poiché quest’ultima diventa occasione di relazioni e confronto”. Grazie ad un finanziamento del Patto territoriale dell’Appennino centrale la rete ha cominciato ad essere implementata e nel corso degli anni, un protocollo d’intesa siglato fra il Comune di Città di Castello, Comunità Montana e Centro Studi Villa Montesca insieme al soggetto tecnico gestore la società IBAX poi diventata Alenia, ha garantito il costante adeguamento della rete alle innovazioni tecnologiche che si sono verificate incessantemente nel corso di questi anni. “La rete del progetto ERA – ha spiegato Severini – rappresenta una delle reti pubbliche più grandi d’Italia. Oggi provvede a garantire internet ad oltre 1200 famiglie alto tiberine altrimenti escluse da questo servizio fondamentale assimilabile ad altri servizi di interesse pubblico. Domani – continua – potrà diventare l’infrastruttura di rete per con cui attivare servizi sia pubblici che privati, come la formazione, telecontrollo, videocontrollo del territorio, servizi per il turismo e protezione civile”. “La rete locale – per Granocchia – ha dunque un senso perché in un’era globale può promuovere un senso di località che resta prezioso per far fronte alla dilagante uninformazione del sapere. Deve lavorare – prosegue il presidente - sullo spessore e sulla qualità dell’accessibilità e sulla creazione di nuovi servizi cosiddetti di comunità. In conclusione, può essere un contributo ad una nuova socialità”. L’assessore Vinti “riconosce a Comunità Montana e Provincia di Perugia di essere stati tra i primi in Umbria a battere la strada dell’innovazione sia dal punto di vista tecnologico che dei contenuti agganciati ai processi formativi. Su questo versante in particolare – continua Vinti – la giunta regionale dell’Umbria è impegnata in un grande progetto di nuova infrastrutturazione tecnologica con un importante impegno economico che tende a fornire tutte le regioni nell’utilizzo della banda larga. In questo quadro la Regione ritiene possibile ogni interazione con la rete locale già esistente. Il processo di modernizzazione – conclude l’amministratore regionale – della nostra regione non può prescindere da una necessaria evoluzione della qualità delle infrastrutture tecnologiche immateriali”.
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