di Simone Cumbo

Il Consiglio Comunale di Città di Castello, con il voto favorevole della maggioranza di centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello) e di Fdu e il voto contrario di Pdl e Polo Tifernate, ha approvato la mozione del consigliere del Pd Gionata Gatticchi per l’istituzione del registro delle coppie di fatto.
Con la mozione approvata, si impegna il sindaco e la giunta “ad istituire un apposito registro, diverso da quello anagrafico e dello stato civile, denominato ‘Registro delle Coppie di Fatto’ e di custodirlo nel rispetto del decreto legislativo 196/2003 e s.m.”; “ad estendere agli iscritti nel ‘Registro delle Coppie di Fatto’ elementi di tutela sociale posti in essere dall’amministrazione municipale, ivi compresi benefici e doveri derivanti da bandi e contributi, che questa elargisce e per i quali le fattispecie in questione risultino rispettivamente applicabili”; “a concedere un locale per la cerimonia di iscrizione al ‘Registro delle Coppie di Fatto’ nel caso i firmatari ne facciano richiesta”; “a predisporre, entro sessanta giorni dall’approvazione del presente atto, il regolamento relativo, previa acquisizione del parere delle commissioni competenti”; “ad adottare i seguenti criteri nel regolamentare le modalità di iscrizione: l’iscrizione nel ‘Registro delle Coppie di Fatto’ può essere fatta da due persone maggiorenni coabitanti, da almeno un anno e di cui almeno una risieda all’interno del territorio comunale, tra i quali non sussistano vincoli giuridici (matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, curatela), ma solamente un legame fondato su vincoli affettivi o di reciproca assistenza morale e materiale.

 

Nella mozione si stabilisce anche di rilasciare, ’stante la verifica dell’ufficio competente per i fini disposti dalla legge e su richiesta degli interessati, un attestato che certifichi l’iscrizione nel ‘Registro delle Coppie di Fatto’; a pubblicizzare l’istituzione del ‘Registro delle Coppie di Fatto’ con tutti i mezzi di promozione e di comunicazione di cui il municipio dispone, perché il pregiudizio si sconfigge attraverso l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini, abbattendo così la cultura della discriminazione fondata sull’ignoranza”.
Il consiglio comunale impegna infine il presidente dell’assemblea “a trasmettere tale mozione ai gruppi politici presenti nel Parlamento italiano e al Governo, affinché sia da stimolo per affrontare il tema del riconoscimento giuridico dei diritti, doveri e facoltà alle persone che fanno parte delle coppie in questione”.

 

Una mozione che ha scatenato un acceso dibattito in consiglio comunale e sui Social Network.  Con il solito incessante, risibile ritornello del terrore del «matrimonio gay», arrivando addirittura a parlare di «degenerazioni e aberrazioni» nel confondere coppie di fatto a famiglie vere!
Ha infatti dichiarato il capogruppo del centrodestra Sassolini:
“si ha quasi vergogna di dire che stiamo pensando alle coppie omossessuali, con cui non ho problemi, anche se ho difficoltà a pensare che possano avere le stesse opportunità della famiglia tradizionale . Noto un certo imbarazzo nella maggioranza che dice di riservare una sala per la cerimonia di iscrizione, che altro non è che autorizzare che il sindaco sposi coppie dello stesso sesso, cosa sulla quale sono in disaccordo”.  Il consigliere ha spiegato di “ritenere che vadano tutelati coloro che decidono di fare una vita insieme, di qualsiasi sesso siano, e di ritenere giusto che il Comune fornisca tutte le possibilità”, ma di non essere d’accordo “che le coppie vere e proprie siano messe sullo stesso piano delle coppie di fatto”. “Se vogliamo trovare sistemi per non discriminare questo tipo di unioni, sono d’accordo a parlarne in commissione, se si vogliono autorizzare sotto mentite spoglie matrimoni gay non siamo d’accordo”, ha concluso Sassolini, che ha ammonito a stare attenti a “mettere in competizione sui diritti le famiglie tradizionali con le coppie di fatto” e al rischio di degenerazioni e aberrazioni.

 

Dichiarazioni che stimolano una riflessione: la società attuale, che piaccia o no, è piena di figli da più madri, separati, divorziati, coppie regolarissime ma  irregolari, chissà poi perché, coppie omosessuali, etero o pure bisex che vivono assieme ma anche loro, irregolari...

Questa mozione prova ad equipararle alle altre. Nessun "questa famiglia è meglio dell'altra", solo un "proviamo ad estendere i diritti"...
Anche fosse solo un aspetto simbolico può servire a far sentire meno soli...

Si è parlato di "destrutturare la famiglia così come perdere ogni riferimento valoriale comune sul senso della vita", ma una semplice estensione dei diritti civili che in uno Stato Laico dovrebbe essere la norma e non l'eccezione, può causare questo?!

Certo, si può sempre preferire di nascondersi nella solita ipocrisia italica, dove «si fa ma non si dice», «si è ma si nasconde»...

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