PERUGIA – Niente da fare: il cuore dell’economia umbra, l’edilizia, registra ancora un anno disastroso con grandi aziende che chiudono e molti operai costretti a fare la fame a partita iva. Per giunta nessuno di questi è soggetto ad un reddito minimo da parte delle istituzioni. Il dato negativo porta la firma della Camera di Commercio di Perugia che tra i reparti in forte passivo inserisce anche quello del mobile – altro settore strategico umbro…altotiberino in particolare – e della limitata produzione delle bevande analcoliche.

Decisamente meglio l’export provinciale più 2.9 per cento, il settore del manifatturiero delle medie e grandi aziende, le industrie della meccanica e dei mezzi di trasporto e quelle delle macchine elettriche ed elettroniche.

“Il 2010 si chiuderà senza che si sia consolidata una ripresa forte, diffusa e omogenea in tutti i settori produttivi – ha spiegato Giorgio Mencaroni - ma non si è però rimasti fermi rispetto al 2009. Il nostro sistema produttivo è sano e si fonda su un desiderio di intraprendere e su una forte determinazione, che la crisi non è riuscita a sfibrare”.

Per il prossimo anno sono stati destinati 7,6 milioni di euro ad iniziative e progetti finalizzati allo sviluppo del sistema economico provinciale. In particolare 4,5 milioni di euro saranno in dotazione a cinque macrolinee di intervento: incentivi alle imprese; valorizzazione del territorio e delle attività produttive in Italia e all''estero; innovazione, ricerca e formazione; servizi alle imprese; valorizzazione e sviluppo delle infrastrutture del territorio.
bnc

Condividi