Checchino Antonini

Mentre la fantasia referendaria si sprigiona in città e contrade, la Rai sembra accorgersi dell'aria che tira e consente ai mezzibusti di pronunciare la parola referendum. Ma, ancora una volta, è Berlusconi a monopolizzare la scena col tentativo in extremis di sventare una serie di referendum che, sconfessando le politiche liberiste, divoratrici dell'ambiente e di legificazione ad personam, è a ogni effetto un referendum contro il Cav e contro il berlusconismo. Dunque, a sette giorni dal voto l'Agcom, per l'ennesima volta, ha richiamato il servizio pubblico radiotelevisivo e i tg di maggiore ascolto cominciano a dare una media di due minuti di informazione sulla tornata. La notizia del giorno è il mandato, firmato da Gianni Letta, all'Avvocatura dello Stato di intervenire all'udienza di martedì della Corte costituzionale sull'ammissibilità del nuovo quesito sul nucleare dopo il via libera dato dall'Ufficio per il referendum della Cassazione.

Missione: «evidenziare l'inammissibilità della consultazione». Missione impossibile, a detta di alcuni costituzionalisti interpellati da Liberazione. Quella del controllo di ammissibilità è una prassi verificata: «Nulla di allarmante - spiega Gaetano Azzariti, ordinario di diritto costituzionale alla Sapienza - con l'occasione di questo passaggio, il governo ha deciso di inviare una memoria. Sul piano strettamente tecnico-giuridico mi sembra campata in aria. La questione è sostanzialmente la stessa della scorsa settimana e in tutti i precedenti c'è stata sempre una conferma del giudizio». Sulla medesima linea Francesco Bilancia, che insegna all'Università D'Annunzio di Chieti: «Ogni referendum è sottoposto a giudizio di ammissibilità quando la Cassazione riformula il quesito.

Ora, il governo s'è costituito ma secondo me il referendum è ammissibile. Sul piano dell'interpretazione tutto è possibile ma mi sembra difficile tentare di fare l' avvocato del diavolo». Il governo prova a far sancire alla Consulta che non si dovrebbe andare a votare perché il referendum avrebbe un oggetto difforme da quello per il quale sono state raccolte le firme. Ma, sebbene a maggioranza, la Cassazione ha già spiegato che, nel dl omnibus, si «dà luogo a una flessibile politica dell'energia che include e non esclude anche nei tempi più prossimi la produzione a mezzo di energia nucleare». Il comma 1 dell'articolo 5 «apre nell'immediato al nucleare (solo apparentemente cancellato)». «Infatti, l'ammissibilità non è in discussione - conferma Gianni Ferrara, professore emerito di diritto costituzionale alla Sapienza - il problema non sono le firme la le finalità dei promotori: bandire il nucleare dall'Italia».

Un po' di brividi corrono lungo le schiene referendarie alla coincidenza del cambio alla guida della Consulta che, domani, eleggerà, con ogni probabilità, Alfonso Quaranta, napoletano, classe 1936, e considerato "gradito" al centrodestra. Ma, ancora secondo Azzariti, non dovrebbe cambiare nulla. Per ora. Perché la «personalità del Presidente - dice il costituzionalista - in futuro, farà l'andatura della Corte, in un mandato non brevissimo come quello del suo predecessore». Il popolo dell'acqua annuncia che la conclusione della campagna referendaria del Comitato 2 Sì per l'acqua bene comune sarà una festa diffusa su tutta la penisola in linea con il percorso seguito finora e con la capillarità che ha saputo raggiungere l'iniziativa dei comitati territoriali. Dall'8 al 10 giugno, in centinaia di piazze in tutta Italia il popolo dell'acqua, anche insieme ai comitati che si battono contro il ritorno al nucleare, si incontrerà per dare l'ultima spinta ai referendum del 12 e 13 giugno, «consapevoli di una battaglia culturale già vinta e con il quorum a portata di mano».

Le manifestazioni più grandi si annunciano a Torino, Bologna, Firenze e Bari: manifestazioni, cortei, sfilate, bande, aperitivi, concerti, biciclettate. A Torino l'8 giugno sarà una lunga giornata di mobilitazione che si concluderà a Parco Michelotti; a Firenze la sera del 9 è previsto un concertone in piazza; in Puglia durante quella che il comitato ha ribattezzato "la settimana dell'acqua" si contano a centinaia le iniziative in tutte le città e 3 carovane dell'acqua stanno percorrendo in lungo e in largo la regione; a Roma tutti i municipi sono attivi per fare delle iniziative di chiusura in un grande evento partecipato e diffuso in tutta la città.  E, lunedì 13, a partire da mezzogiorno, il Comitato Promotore farà di Piazza Navona il suo quartier generale in cui tutti i cittadini per l'acqua bene comune e contro il nucleare sono invitati ad aspettare insieme i risultati definitivi.

La politica, intanto, continua a schierarsi. Dopo i silenzi della prima ora il mondo leghista comincia a dar segno di sé. Da Treviso, il governatore del Veneto Zaia premette di non voler dettare la linea alle camicie verdi ma che il «sentimento del popolo» è quello di difendere l'acqua e l'aria. Romanticone come tutti quelli che, a destra, sentono battere il quorum, dal collega Cota al loro correligionario sindaco di Varese, a pezzi di Pdl, Ugl ecc... Solo il povero Robilotta, socialista del Pdl, si attesta sulla linea del non voto ma la sua memoria è abbastanza lunga da ricordare le giravolte del Pd, prima privatizzatore e nuclearista, oggi referendario.

Fonte: Liberazione del 5 giugno 2011

 

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