di Enrico Flamini, Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia - Il governo ha posto il voto di fiducia in Parlamento sul DDL lavoro e il Senato, con il voto favorevole di Partito democratico, Popolo della libertà e terzo polo, ha votato a favore del testo. In altri termini i partiti che appoggiano il governo Monti hanno votato la cancellazione dell’art. 18 rendendo più facili i licenziamenti, quello in cui non era riuscito nemmeno Berlusconi, il peggioramento delle condizioni del lavoro precario e l'ulteriore indebolimento degli ammortizzatori sociali. Sull'articolo 18 non solo si è confermata la sua cancellazione, per cui di fronte ad un licenziamento illegittimo non è più automatico il reintegro sul posto di lavoro, ma sono state date ulteriori possibilità alle aziende per licenziare. Sulla precarietà, per quanto attiene ai contratti di lavoro a termine, sono state cancellate le causali nelle assunzioni con contratti di lavoro inferiori a 12 mesi; per i lavoratori interinali la stabilizzazione avverrà solo dopo 36 mesi, ma non con l’azienda nella quale lavorano, bensì con le agenzie interinali. Sugli ammortizzatori sociali il testo prevede la cancellazione della cassa integrazione per cessazione di attività, la riduzione del trattamento di mobilità e l'esenzione per le imprese nei prossimi tre anni dal pagamento del contributo per i contratti di lavoro a termine. Il tutto condito dalla riforma sulle pensioni che lascia drammaticamente irrisoltala la situazione per chi ha perso il posto di lavoro e oggi non raggiunge più i requisiti a causa della riforma. Questa riforma ci ha reso tutti più ricattabili e deboli. Anche in Umbria. In questo senso continuiamo a proporre alle forze politiche della sinistra umbra di costruire sul nostro territorio, già duramente colpito dalla crisi, un fronte unitario ed alternativo al neoliberismo e alle politiche di austerità targate UE e BCE. Proponiamo di proseguire unitariamente la battaglia sull’articolo 18 fuori e dentro le Istituzioni con la raccolta firme e con la presentazione di ordini del giorno. Salutiamo con favore l'iniziativa della Federazione della Sinistra che ha annunciato la raccolta firme per un referendum contro la riforma della Fornero. Nello stesso tempo pensiamo che bene abbia fatto la Fiom ad indire due giornate di mobilitazione, alle quali aderiamo, il 13 nei territori e il 14 giugno anche con presidio a Roma contro la riforma del mercato del lavoro, per la difesa dell'art. 18, contro l'assenza di politiche industriali, per le garanzie del futuro per i cosiddetti 'esodati', per la democrazia nei luoghi di lavoro e il Contratto nazionale. In conclusione riteniamo che il centro-sinistra umbro si debba schierare chiaramente contro questa riforma. Così come pensiamo che la CGIL debba indire lo sciopero generale. Per parte nostra l'obiettivo è quello di intensificare la mobilitazione in tutta la nostra provincia e in Umbria per determinare la più ampia opposizione sociale e politica alla “riforma” del lavoro e alle politiche del governo.

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