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CARACAS - L'era di Hugo Chavez e del socialismo venezuelano non finirà tanto presto, come i suoi detrattori speravano. Infatti il 54,36% degli elettori ha detto che potrà ricandidarsi alla presidenza della repubblica, assegnandogli una netta vittoria al referendum costituzionale che si è svolto ieri. L'attuale mandato di Chavez (54 anni), al potere da più di dieci, scade nel 2012: il leader 'bolivariano' potrà tornare a ripresentarsi anche per altri mandati. Oltre alla presidenza, potranno essere rieletti per altri mandati anche i governatori, sindaci, consiglieri municipali e parlamentari. La vittoria della guida del 'socialismo del XXI secolo' è stata annunciata durante la notte dal presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne), Tibisay Lucena, la quale ha fissato in un 45,63% i 'no' mentre l'astensione, secondo dati provvisori, è stata pari al 32,95%: molto al di sotto quindi del 41,1% del precedente referendum (il 2 dicembre 2007), che aveva visto la sconfitta, anche se solo per un soffio, di una ben più ampia e complessa riforma costituzionale. Fatto che spiega, almeno in parte, la vittoria odierna del capo dello Stato. Subito dopo la comunicazione dei risultati, Chavez è uscito da un balcone del 'Palazzo Miraflores', sede della presidenza a Caracas, dove è stato salutato dai suoi simpatizzanti, molti dei quali indossavano la camicia rossa che distingue il socialismo 'chavista'. Nel discorso, il presidente ha intrecciato analisi politica, canzoni, citazioni letterarie (tra le quali Jorge Luis Borges), ricordi familiari, oltre a intonare brevemente 'El pueblo unido jamas sera' vencidò. Un saluto speciale è andato a Fidel Castro, che "dieci secondi" dopo l'annuncio della vittoria ha inviato un messaggio a Caracas, dicendo che la vittoria del presidente ha avuto "una dimensione tale da non poter essere misurata". Nel ricordare inoltre più volte l'apostolo San Paolo ("quel guerriero dei popoli") e segnalando i dieci punti di scarto tra i 'si'' e il 'no', Chavez ha ribadito il proprio "impegno nei confronti del socialismo, quello vero, la rivoluzione socialista". Spiegando le ragioni della sua vittoria, Chavez ha inoltre sottolineato che alla fine si è imposta "la costanza, la verità non la menzogna, la dignità del popolo". La vittoria del chavismo è giunta al termine di una giornata elettorale senza disordini né grandi problemi nelle operazioni del voto elettronico, al di là degli scambi di accuse tra i due fronti su azioni di propaganda politica a urne aperte. Nel pomeriggio, Chavez aveva sottolineato l'importanza dell' appuntamento elettorale, ricordando che in questa occasione era in gioco il suo "destino politico". Così come per le altre elezioni e referendum di questi ultimi dieci anni, il paese si è presentato al voto polarizzato su due blocchi opposti. E' probabile, affermano le prime analisi a caldo subito dopo il voto, che tale spaccatura continuerà anche nei prossimi mesi. Condividi