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Come viene vista all'estero la conclusione dell'affare Alitalia? Ce lo raccolta su il Sole 24 Ore di oggi Elysa Fazzino, in un articolo che conferma i tanti dubbi suscitati dall'operazione tenacemente voluta dal presidente Berlusconi. Gia ieri il quotidiano di Confindustria aveva ampiamente documentato come questa operazione faccia ricadere sulle spalle dei contribuenti italiani (azionisti e obbligazionisti di Alitalia compresi) il peso enorme del regalo fatto dal governo alla Cordata Cai, nella quale figura pure il presidente nazionale degli imprenditori italiani, Emma Marcegaglia, mettendo in particolare rilievo i 3-4 miliardi che i contribuenti italiani si dovranno caricare sulle spalle per effetto dell'operazione "dimagrimento" che ha liberato la compagnia di bandiera di quella parte di attività che la impacciavano rendendola improduttiva. Attività che sono confluite in una società creata ad hoc ed amministrata da una sorta di liquidatore che dovrà trovare il modo di chiuderle definitivamente. Un onere particolarmente odioso perché ci priva di risorse che sarebbero state assai utili in un momento di profonda crisi come quello che anche il nostro Paese sta attraversando e che, a nostro parere, sono state oltretutto stimate al ribasso, visto che fra le altre cose ci si è dimenticati di calcolare le ingenti somme che lo Stato italiano dovrà accollarsi per assicurare i pur necessari ammortizzatori sociali ai circa 10 mila dipendenti (oltre 7 mila di Alitalia, il resto di Air One) dichiarati in esubero, per una durata di almeno 7 anni. Oggi, il principale giornale economico italiano ci ragguaglia su ciò che hanno scritto al riguardo alcuni fra i principali giornali esteri. Cominciamo dall'autorevolissimo Financial Times che constata: «l'inglorioso imbroglio" (la parola «imbroglio» è ormai entrata nell'inglese) giunge finalmente al termine. Il rilancio di Alitalia «dovrebbe essere un evento completamente felice per tutti. Tristemente, non lo è», commenta il quotidiano economico e finanziario britannico. Ecco perché: lo scorso marzo Air France offrì 140 milioni di euro per un takeover nel quale si sarebbe accollata anche 1,2 miliardi di debiti. Ma Berlusconi bloccò quell'accordo per motivi «patriottici». In dicembre, un consorzio italiano ha pagato 427 milioni di euro per i pezzi di Alitalia che andavano bene, combinandoli con Air One. Ora, l'accordo con Air France valuta la stessa compagnia 1,2 miliardi di euro. «Bel lavoro: in meno di un mese il consorzio ha triplicato il valore del suo investimento». Quanto ad Air France, le sinergie attese rappresentano circa 280 milioni di euro all'anno. La sua parte di quei risparmi, tassati e capitalizzati, «coprono abbondantemente il costo della sua quota». Ma, com'era facile immaginare, sono i giornali francesi che esultano più degli altri facendo a gara nei ringraziare il nostro presidente del consiglio per il buon affare fatto dalla loro compagnia di bandiera. «Merci Silvio» titola Les Echos, grazie per avere impedito in aprile un'acquisizione ben più onerosa per Air France-Klm. Ora – sottolinea il quotidiano economico e finanziario d'Oltralpe - la compagnia franco-olandese fa un affare migliore, spende meno e ottiene «l'essenziale»: «con questa partecipazione del 25%, la compagnia franco-olandese si assicura posizioni di rilievo sul quinto mercato aereo europeo, uno dei più redditizi». Nell'editoriale «Grazie Silvio», François Vidal così riassume i vantaggi dell'accordo per Air France-Klm.: Avrà accesso prioritario a un serbatoio di oltre 24 milioni di passeggeri, 11 milioni dei quali viaggiatori internazionali. Con Roma Fiumicino, ottiene un nuovo "hub" complementare a Parigi e Amsterdam. Taglia l'erba sotto i piedi di Lufthansa, «che sarebbe stata ben felice di dar vita a una dorsale Berlino-Vienna-Milano». Nella corsa alla supremazia, il gruppo prende anche in contropiede British Airways, che fatica a concludere la sua alleanza con la spagnola Iberia». Inoltre, dal 2013 Air France Klm potrà aumentare la sua partecipazione in Alitalia e costituire così «un vero insieme paneuropeo integrato». «Non male per un'operazione il cui prezzo, 300 milioni, resta tutto sommato ragionevole», scrive Les Echos. «Ci si può persino chiedere se Silvio Berlusconi non ha reso un insigne servizio ad Air France-Klm nell'aprile 2008, quando ha fatto fallire il progetto di acquisto di Alitalia per 1,5 miliardi di euro in nome dell''"italianità". Dopo tutto, la compagnia con la quale si è fidanzata Air France-Klm ha già operato buona parte della sua ristrutturazione. Non è più il vettore malato che perdeva 1 milione di euro al giorno, ma un gruppo depurato dai suoi debiti e rafforzato dopo la fusione con il suo rivale Air One». Qualche problema c'è: «Restano, certo, da gestire le relazioni con i sindacati e i particolarismi regionali». Ma nei cinque anni dalla sua creazione il gruppo franco-olandese «ha dimostrato di sapere gestire questo genere di incognite». Il sito Internet di Les Echos è fitto di commenti e analisi sul «feuilleton» Alitalia. Sulla home page, il giornale sottolinea che entrando in Alitalia Air France-Klm rafforza il suo dispositivo europeo. «Alitalia ridecolla con Air France-Klm come primo azionista». Con 323 milioni di euro, il gruppo franco-olandese «consolida le sue posizioni»: fa prima di tutto un «investimento difensivo», che a medio termine ha buone chance di diventare un buon affare. Consolidando i legami con Alitalia, prende due piccioni con una fava: difende i suoi interessi commerciali in un mercato chiave e dà un duro colpo alle ambizioni di Lufthansa in Italia. In un editoriale intitolato «Capitani coraggiosi», Les Echos apprezza la migliore ripartizione dei rischi dell'attuale intesa. «Fare ridecollare la fenice dei cieli europei costerà ai franco-olandesi cinque volte e mezzo di meno nell'Italia di Silvio Berlusconi che in quella di Romano Prodi». È un accordo dove vincono tutti, poiché i «capitani coraggiosi» dell'industria italiana volati in soccorso di Alitalia ottengono, grazie alla fusione con Air One, «una valorizzazione del nuovo insieme superiore del 18% a quella di quattro mesi fa e di nove volte superiore a quella che Air France offriva in marzo». Con il 25% del capitale e tre posti in Cda, Pierre-Henri Gourgeon, il nuovo capo del gruppo, non avrà il timone, ma «allontana Lufthansa da una preda inestimabile». Ancora più trionfalistico, se possibile, Le Figaro che così titola nella home page del suo sito: «Air France, numero uno incontestato d'Europa». Con l'ingresso in Alitalia, «la compagnia francese distanzia Lufthansa e British Airways». Air France-Klm prende Alitalia «sotto la sua ala» e ottiene una «bella vittoria». Jean-Cyril Spinetta ha fatto il suo ultimo grande colpo alla guida della compagnia. Tenace, ha vinto «una scommessa che sembrava insensata». Condividi