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La formazione delle bande partigiane.

Dopo l'8 settembre 1943, giovani di diverso orientamento politico, talvolta senza appartenenza partitica e molto spesso privi di preparazione militare, ma intenzionati a non continuare la guerra con i tedeschi né ad aderire alla neonata Repubblica sociale italiana, cominciano a dar vita alle prime formazioni partigiane. Stelio Pietrangeli, comandante della brigata “S. Faustino-Proletaria d'urto” con il nome di battaglia “Geo Gaves”, e Settimio Gambuli, partigiano della stessa brigata poi volontario nel gruppo di combattimento “Cremona”, raccontano l'esperienza nell'alta valle del Tevere. Ambrogio Filipponi, figlio di Alfredo “Pasquale”, il commissario politico poi comandante della brigata garibaldina “Antonio Gramsci”, e Bruno Zenoni, intendente della stessa brigata, parlano della trasformazione del gruppo antifascista ternano in Cln, avvenuta su impulso del Partito comunista. L'antifascista Giancarlo Antonioni, allora adolescente, figlio del rappresentante democristiano nel Cln provinciale di Perugia, traccia un quadro della presenza dei cattolici nelle formazioni partigiane umbre e del supporto materiale fornito alle famiglie dei resistenti, ricordando anche il sacrifico di alcuni sacerdoti e l'aiuto da loro prestato a ebrei, prigionieri fuggiti e ricercati. Riccardo Tenerini, dirigente comunista e partigiano prima nella brigata “Francesco Innamorati”, poi nella “San Faustino-Proletaria d'urto”, racconta della costituzione del primo nucleo, a Perugia, della “Innamorati”.

Fonti: Resistenza in Umbria, Cicom (Centro per l'informazione e la comunicazione di massa), 1975 L'Umbria attraverso il fascismo, Isuc-Sede regionale RAI per l'Umbria, 1981 Storie Partigiane. Settimio Gambuli, di Antonio Venti e Donatello Alunni Pierucci, s.d.o relativo alla mostra "R-esistenze Umbria 1943-1944"

 

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