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Il «Manifesto del Partito Comunista» Karl Marx e il suo amico e collaboratore Friedrich Engels, su incarico della Lega dei Comunisti, redigono questo testo tra il gennaio e il febbraio del 1848, a Bruxelles, in lingua tedesca: lo scopo era spiegare, in poche pagine, chi erano e che cosa volevano i comunisti, e farlo in modo piano, agevolmente comprensibile da parte degli operai che erano la base della Lega. L’opera è divisa in quattro parti: 1) “Borghesi e proletari”; 2) “Proletari e comunisti”; 3) Letteratura socialista e comunista; 4) Posizione dei comunisti verso i diversi partiti di opposizione. Le prime due sono quelle rilevanti sul piano teorico, mentre la terza e la quarta sono più legate al dibattito del tempo. Il Manifesto non ebbe un effetto immediato sul piano politico, ma intercettò lo spirito del tempo, un tempo di rivoluzione europea, dando ai rivoluzionari una base teorica fondamentale. E divenne il breviario dei comunisti e dei socialisti di tutto il mondo, diffuso in milioni di esemplari; ed è tuttora uno dei testi più stampati e diffusi in ogni lingua, insostituibile emblema degli ideali comunisti.

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