Con la notizia della richiesta da parte dell'UE di far pagare alle aziende energivore umbre un rimborso complessivo di 80 milioni di euro per le tariffe agevolate sul costo dell'energia, si è scatenata una bagarre di dichiarazioni confuse e contrastanti con la realtà che Legambiente si sente in dovere di puntualizzare. Secondo Legambiente, in attesa di vedere l'evolversi della vicenda sugli aiuti all'industria energivora, che dovrà essere chiarita tra governo nazionale ed europeo, non bisogna rincorrere ancora una volta la costruzione della megacentrale di Narni come la panacea di tutti i mali, "perchè non serve alle reali esigenze dell'industria umbra, - afferma l'ingegner Maurizio Zara membro del comitato scientifico nazionale dell’associazione - e perché non serve a risolvere i problemi dei costi energetici, generandone semmai altri di costi, quelli ambientali e sanitari".
"Le amministrazioni e le stesse industrie dovrebbe invece farsi promotori di un nuovo modello innovativo, - continua Zara - che stimoli con efficacia politiche energetiche alternative alla megacentrale, come quella proposta da Legambiente stessa, ed apprezzata da buona parte del mondo della imprese, sulla microgenerazione distribuita dell'energia, basata sulle fonti rinnovabili, con il quale produrre gran parte dell'energia consumata nel territorio utilizzando piccoli impianti, anche quelli del proprio tetto su ci sono montati i pannelli fotovoltaici".
"Di fatto, però, - aggiunge la presidente neo eletta del circolo di Narni Valeria Cerasoli – non si è ancora pienamente compreso, che servono scelte strategiche che sappiano coniugare scelte ambientali ed economiche, uscendo dalle e logiche dell'emergenza e delle toppe temporanee, per risolvere insieme i problemi energetici, ambientali ed e del lavoro nella nostra regione. Finché tale necessità non verrà pienamente recepita Legambiente non mancherà di farsene portavoce".
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