Città di Castello/ Avviata la partecipazione sul nuovo piano dei rifiuti
CITTA’ DI CASTELLO - Che cosa prevede il prossimo piano dei rifiuti per Città di Castello e più in generale l’Alta Umbria? L’argomento in questi giorni è al centro di una serie di incontri pubblici, promossi dall’assessorato alle Politiche ambientali del comune tifernate; la risposta all’interrogativo è “chiudere il ciclo dei rifiuti in loco per ridurre costi e impatto ambientale. Il baricentro della gestione dalla discarica, che andremo a completare non ad ampliare, passa all’impiantistica ed in particolare alla tecnologia per il trattamento del rifiuto organico” ha detto l’assessore Luca Secondi durante la prima riunione, rivolta a associazioni di categoria, sindacati e soggetti portatori di interessi diffusi.
“Sul prossimo piano dei rifiuti vogliamo confrontarci con tutti: saremo nelle frazioni per condividere un percorso che tiene insieme ambiente e costi alla fine del quale ci accorgeremo che non si tratta di poli così distanti tra loro. Città di Castello ha superato il cinquanta per cento di raccolta differenziata grazie al porta a porta: nel 2013 le percentuali cresceranno ancora verso quel 65 per cento che rimane il traguardo; con l’aumento di capitale e la piena disponibilità del sito di Belladanza e di via Mascagni, l’Amministrazione ha messo Sogepu nelle condizioni di lavorare per chiudere il ciclo dei rifiuti in loco, abbattendo gli oneri degli intermediari”.
“Dalla nuova impiantistica e dall’introduzione di accorgimenti finanziari, attualmente allo studio” ha aggiunto il presidente di Sogepu Cristian Goracci “puntiamo ad ottenere un risparmio per i cittadini di circa il venti per cento” per il quale “molti nodi si sono sciolti: il primo è di natura patrimoniale; l’aumento di capitale dà all’azienda la solidità necessaria agli investimenti, che sono il secondo tema perché la nuova tecnologia e spazi per metterla a leva rappresentano il futuro della società, permettendo di ridurre i costi di smaltimento e di avere benefici sulle tariffe grazie alla modulazione della Tares che, abbinata ad una campagna contro l’elusione e l’evasione fiscale, stiamo valutando insieme all’Amministrazione”.
I dati tecnici sono stati illustrati da Ennio Spazzoli, direttore di Sogepu: “L’azienda occupa 140 addetti con professionalità molto specialistica e figure qualificate nella gestione delle politiche ambientali. Ci prepariamo a compiere 15 milioni di investimenti in impiantistica di cui 10 destinati alla tecnologia per il rifiuto organico, 5 per il completamento della discarica, 400mila euro per la riqualificazione di via Mascagni dove saremo impegnati con il fotovoltaico. La ratio del nuovo piano è abbattere il ricorso ad agenti esterni: attualmente il costo del conferimento a Ponte Rio è di 140 euro alla tonnellata. Su questo piano stiamo già lavorando implementando le categorie ricevibili presso le stazioni. La nuova impiantistica oltre a movimentare risorse sul territorio creerà domanda di figure professionali e di un indotto, contribuendo al rinnovamento del tessuto produttivo e alla trasformazione di un mercato su cui spesso oggi non abbiamo forza contrattuale”.
Dibattito.
Simone Cumbo, responsabile di Legambiente, illustrando alcune esperienze positive, ha chiesto di “coniugare ciclo ambientale all’occupazione, privilegiando percorsi che la incentivano. Sono d’accordo con la necessità di chiudere il ciclo in loco anche se ritengo che la discarica come strumento debba essere superato”.
Ha parlato invece di una lettura delle politiche ambientali nei termini di “bilancio sociale” Alessandro Piergentili, responsabile di Cgil: “dovremmo periodicamente verificare l’incidenza delle scelte relative ai rifiuti, con l’obiettivo di diminuire il peso economico che le famiglie debbono assumersi. Proprio per questo onere, ben vengano gli investimenti a patto che siano produttivi e generino le economie previste”.
Sulle stesse corde l’intervento di Antonello Paccavia, rappresentante Cisl, per il quale “si deve procedere anche ad una rivisitazione dell’immagine di una realtà che i cittadini percepiscono come un costo. Abbiamo proposto la raccolta differenziata spinta per le ricadute ambientali e per quelle economiche, che ora debbono esserci, perché sia la ricapitalizzazione che gli investimenti sono stati fatti con i soldi del cittadini. Auspico che il piano si inserisca coerentemente nel piano regionale, interpretandone un segmento in modo coerente e non improvvisato”.
Giulio Masciarri, rappresentante del Gruppo Fai ha insistito sul ruolo “della sensibilizzazione per aumentare il rispetto dell’ambiente anche attraverso le corrette pratiche di smaltimento”, auspicando che “risparmi e efficienza previsti dal piano possano essere raggiunti”.
Nell’intervento di chiusura Secondi ha sottolineato come “La società sta proiettandosi sul mercato nazionale, partecipando a gare ed affidamenti dimostrando efficienza e professionalità sul panorama nazionale. Lo sta facendo con una situazione di certezza e mantenendo il livello di occupazione, cosa che purtroppo altre aziende simili della nostra regione non sono in grado di garantire”. Quanto alla discarica, ribadendo che “non sarà ampliata ma completata”, Secondi ha precisato che “ Rifiuti zero è un obiettivo amministrativo, da prendere alla lettera anche grazie alla presenza della discarica che ci permetterà nella fase di transizione di gestire le percentuali residue di indifferenziato senza andare in emergenza”.

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