Marco Martina protagonista del progetto Coni "Alfabetizzazione motoria"
Il suo idolo preferito e’ Kobie Briant, ama mangiare spaghetti alle vongole e più in generale pesce essendo originario di una ridente terra come quella di Lecce, fidanzato ormai da qualche buon anno, ha preso la decisione più importante quella di portare all’altare la fidanzata Anna nella prossima estate a giugno( Auguri!) senza tralasciare tuttavia le sue più grandi passioni ovvero i film del regista Pedro Aldomovar e ovviamente la palla a spicchi.
Tutto questo è Marco Martina il quattro classe 1978 del Basket Gubbio 1973 che per le sue giocate in campo e la sua grande disponibilità a calarsi nel ruolo di coach delle squadre U13 e U17 è entrato nel cuore dei tifosi eugubini. Martina colonna imprescindibile del roster a disposizione di Paolo Pierotti, è però al centro di un progetto molto importante patrocinato e finanziato dal Coni dal nome “Alfabetizzazione Motoria”, progetto appunto che ha come illustre fine quello di portare nelle scuole italiane l’importanza di fare attività motoria coniugandola all’altrettanto importante attività di vita scolastica quotidiana.
Marco, quali sono i motivi che ti hanno spinto a sposare il progetto “Alfabetizzazione motoria”?
“A me piacciono molto i progetti e le nuove sfide, in questa vedo soprattutto un esigenza che condivido pienamente di far avvicinare i giovani all’attività fisica e al mondo dello sport in generale. Essendo anche io un istruttore non ho potuto far altro che notare come i ragazzini di oggi non hanno esperienze motorie valide, siano per la maggior parte scoordinati e fatichino anche a svolgere esercizi di stretching a dir poco elementari. E’ una strada e segnale molto importante quello lanciato dal Coni, i giovani devono stare il più possibile in movimento fare attivià sportiva un po’ come accadeva ai miei tempi quando soprattutto con l’avvento delle belle giornate si usciva fuori a giocare a campana, ad arrampicarsi sugli alberi oppure a giocare con una palla. A tutto questo i giovani di oggi spesso preferiscono invece stare davanti alla tv o ai video games per ore di fila e questo indubbiamente non fa altro che renderli pigri e indisposti a fare sport”
Questa esperienza è destinata a durare oppure si tratta solo di un fuoco di paglia? Che bilancio puoi fare di questi primi mesi di lavoro?
“E’ un progetto che è iniziato solo a partire dal mese di Gennaio e si concluderà praticamente a Maggio, ma so già che sarà riproposto e spero con ulteriore successo per il prossimo anno scolastico. Sono stati mesi di lavoro che mi hanno permesso di stare vicino ai ragazzi, di farli lavorare provando a trasmettere la mia passione per lo sport e l’attività fisica, ho lavorato con i ragazzi delle scuole di Scheggia e Fossato ricevendo risposte importanti per il fine che questo lavoro disegnato dal Coni si propone, per cui sono assolutamente soddisfatto di tutto questo. Sono dell’idea che la pratica motoria sia indispensabile per la vita di chiunque ma specialmente dei ragazzini, infatti questa non è solo un attività di tipo ricreativo come molti, insegnanti soprattutto pensano, ma con il lavoro fisico si sviluppa anche il lavoro cognitivo perché si apprendono insegnamenti tecnici e di vita che un bambino divertendosi recepisce con più successo rispetto a lezioni scolastiche che si fa nell’arco di 5 ore di scuola”.
Marco veniamo al tuo ruolo nel Basket Gubbio, cosa ci racconti della tua esperienza sotto i cinque colli?
“ Non posso che parlar bene dell’ambiente eugubino e dell’impegno che questa associazione mette per costruire il futuro dei giovani in maniera sincera e brillante. A livello di prima squadra è la stessa cosa, c’è grande serietà e voglia di stare assieme, di centrare nel nostro piccolo risultati importanti. Io passo il più della mia giornata in palestra essendo istruttore per i più piccoli e giocatore allo stesso tempo, l’organizzazione e la voglia che c’è qui da altre parti proprio non si vede, Gubbio oltre ad essere una città splendida è una piazza che non ha grandi pressioni, permette di lavorare alla grande e soprattutto in qualcosa che facciamo non veniamo mai lasciati soli. La cosa più importante poi è il fatto che qui si punta non solo al risultato sportivo ma a dare molta importanza ai valori più sani della vita”
Marco, è curioso come tu nonostante militi nei dilettanti riesci a vivere con quello che ricavi dal mondo del basket , come c riesci?
“Una volta pur essendo solo dilettante si guadagnava bene possiamo dire che si riusciva a fare la vita del professionista, da qualche parte venivano nel senso letterale del termine sperperate cifre di denaro davvero molto alte. Ora con l’avvento della crisi i costi si sono ridimensionati e i monte ingaggi non sono più quelli di una volta. Io non mi posso lamentare da quando sono piccolo ho sempre fatto sacrifici per tagliare con successo i traguardi che mi sono prefissato e di questo sono fiero, vivo bene con quello che ho guadagnato in precedenza, compensato a sufficienza dal rimborso che prendo da giocatore e quello da allenatore. In futuro poi mi toccherà vivere solo da quello che ricavo da allenatore speando magari di intraprendere una carriera di succeso. Ma sono pensieri lontani, ci sono due gare di campionato e i play off da onorare al meglio!”

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