Bevagna/ Costituito il Comitato per la difesa dell’acqua e dell’aria
BEVAGNA – Alle ore 21 dello scorso 21 marzo si è ufficialmente costituito a Bevagna, nella sala del complesso di Santa Maria Laurenzia, il Comitato per la difesa dell’acqua e dell’aria di Bevagna. Enorme è stato il clamore suscitato nella città e nel territorio dall’iniziativa che ha già raggiunto l’obbiettivo di raccogliere, per il momento, 250 firme di adesione.
Il problema della salute dei fiumi e delle acque dei pozzi è molto sentito dalla popolazione e la recente moria di pesci avvenuta ma soprattutto l’aspetto nauseabondo continuo del Timia e del Teverone non hanno fatto che aumentare i sospetti sull’inquinamento e le sue fonti.
Cos'è quella strana e inquietante fanghiglia bianca argentea che stabilmente ricopre le pietre, intorbida e avvelena l'acqua dei fiumi di Bevagna? Qual è il vero stato di salubrità delle nostre acque e della nostra aria? Perchè l'Arpa, che nel 2008 definì drammatica la situazione del fiume Teverone, dallo Sportone Maderno fino a Bevagna, non ha mai fatto una denuncia al N.O.E? E oggi quella situazione drammatica viene definita, nel 2012, con il termine di criticità?
Che cosa vuol dire? Che la situazione delle acque è migliorata? Chi scarica abusivamente nel fiume a Bevagna? Chi scarica abusivamente nei fossi e negli alveoli che provengono dalle zone industriali limitrofe? Chi scarica abusivamente nella Marroggia e nel Teverone? Quante sono le attività imprenditoriali e di servizio sulle sponde dei fiumi? Sono state censite e sono in regola con gli scarichi e gli smaltimenti? E ora che Sant'Orsola sta chiudendo? E' stata fatta una statistica dei rifiuti che arrivano e quelli che non arrivano? Sono stati censiti gli scarichi abusivi che da Spoleto, Campello, Trevi, Castel Ritaldi, Montefalco e Foligno, portano i problemi di inquinamento fino a Bevagna? Perchè in questi ultimi 35 anni, tutti i sindaci che si sono succeduti alla guida delle città della Valle Umbra Sud non hanno mai fatto denunce comuni al N.O.E? Perchè non viene controllata l'acqua che proviene dall'alveolo cementato e la Forma che scorre vicino al sito di smaltimento del Casone di Foligno? Perché quella inutile e ridicola centralina dopo Ponte S. Agostino quando i veleni sono ampiamente diluiti dall'acqua del Clitumno e perchè non viene portata nella confluenza della Forma con l'Alveolo lungo la strada che va da Sterpete a Casevecchie, nel comune di Foligno? Perché ora quel nuovo canale di smaltimento, del quale non parla nessuno nemmeno a Bevagna, che promette di apportare nel Teverone tutti i liquami e gli smaltimenti delle nuove zone di Sant’Eraclio e Torre Matigge? Perché l’acqua dei pozzi del territorio di Bevagna è inquinata? Sono state mai fatte analisi sui batteri, sulla microflora e la microfauna che popola i nostri fiumi e sulle loro eventuali modifiche genetiche? E sui fanghi di profondità? E la nostra aria? E’ stata mai fatta o pensata dall’ASL una statistica epidemiologica nel territorio di Bevagna e dei territori circostanti? A che serve quella pista ciclabile che dovrebbe essere un modo per ossigenare i polmoni e invece passa in una dei posti più inquinati del Centro Italia? Perché solo in occasione dell'ultimo episodio di moria di pesci è stato fatto un esposto al N.O.E, Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri? C'è stata e c'è, in queste occasioni, un'interazione tra gli organi preposti al controllo?
Bevagna è una città di fiumi, una città d'arte, che fa della bellezza ambientale, e della grandezza della sua storia, il suo vanto e la sua economia, ma che è anche uno dei maggior vanti della Regione, ora che è tra le venti città Gioiello d’Italia, e una parte importante dell'economia turistica dell'Umbria.
Facile osservare di come sia aumentato in maniera esponenziale l’inquinamento dei fiumi, soprattutto dell’asta fluviale Marroggia-Teverone-Timia, dopo le progettazioni delle zone industriali delle città della Valle Umbra Sud che sono state costruite senza depuratori o con sistemi di smaltimento obsoleti e inefficaci, senza sistemi di sicurezza ambientale e della nostra salute.
La risoluzione, osserviamo, passa attraverso un grande impegno politico dei massimi livelli amministrativi della Regione e dello Stato Italiano.
Noi sicuramente non vogliamo la morte economica della Valle Umbra. Ma vorremmo avere delle risposte celeri e certe, una volta per tutte, senza tiritere politiche e senza connivenze. Non c'è da difendere nessuno in questi casi, nessuno ad ogni modo, nessun uomo e nessun partito, poiché non c'è nessun fondamento politico, nessuna ragione economica e nessun diritto di impresa che possa giustificare uno scempio simile, un omicidio ambientale che determina e determinerà la vita e la salute di tutti noi e dei nostri figli.
Non ci poniamo in maniera antitetica al governo comunale e non vogliamo commissariare l’assessorato all’ambiente del Comune di Bevagna, anzi abbiamo chiesto e continueremo a chiedere all’Amministrazione Comunale sostegno e unità di vedute. Ma questo non ci impedirà di lavorare chiedendo e incontrando le amministrazioni locali, provinciali e regionali, l’ARPA Umbria, l’Asl 2, il consorzio di bonificazione umbra o altre istituzioni di tutela del territorio e dell’ambiente oppure di andare a incontrare partiti o parti sociali coinvolte oppure di andare a recuperare le delibere locali e provinciali che hanno pianificato questo sistema.
Contiamo di arrivare presto a 500 firme nel solo territorio di Bevagna. Per questo stiamo progettando un azione di divulgazione dei dati di inquinamento fin qui registrati e una campagna di sensibilizzazione forte e capillare.
E’ stato eletto un consiglio direttivo del comitato, seppur in attesa di ratifica e integrazione, composto da 9 persone di Bevagna che provengono in maniera eterogenea dalla società civile.
A capo del Consiglio Direttivo sono stati nominati quali portavoce Flavio Mondi, Adriano Corvellini e Mario Lolli.
Il Comitato ha un sito http://comitatodifesaacquaariabevagna.jimdo.com/ , una pagina facebook e una mail: comitatodifesaacquaariabevagna@gmail.com

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