Il progetto, in collaborazione con i Cesvol, le Tv locali e l’Ordine dei giornalisti , presentato oggi a Palazzo Cesaroni. L'obiettivo è quello di realizzare produzioni televisive su temi di particolare rilevanza sociale e culturale e di sviluppare processi virtuosi per un'informazione di prossimità.

PERUGIA - “Il telespettatore non più fruitore passivo, ma creatore dell'informazione che lui stesso considera importante per se”. “Oggi, per quanto riguarda l'informazione, sta riemergendo una forte domanda di servizio pubblico, di bene comune e la solidarietà è l'anima del bene comune”. “Le esperienze che ci vengono dalla rete e dal web ci dicono che la comunicazione più efficace e quella che viene direttamente dai cittadini”. Sono alcuni passaggi emersi oggi pomeriggio a Palazzo Cesaroni, nel corso della presentazione del progetto  “Tv di Comunità”, promosso dal Corecom Umbria in collaborazione con i Centri servizio volontariato di Perugia e Terni, le emittenti televisive locali e l'Ordine dei giornalisti.

L'obiettivo, come è stato rimarcato nel corso della presentazione dell'iniziativa da parte del presidente del Corecom Umbria, Mario Capanna e dalla dirigente Simonetta Silvestri, è quello di realizzare produzioni televisive su temi di particolare rilevanza sociale e culturale e di sviluppare processi virtuosi per un'informazione di prossimità, ovvero una produzione autogestita e concordata di programmi e trasmissioni direttamente realizzate da cittadini, associazioni, comitati e non professionisti della comunicazione. Dopo i saluti inziali sono stati proiettati i video di alcuni contenuti mediali prodotti realizzati dai Cesvol di Perugia e Terni.

Oltre al presidente del Corecom Umbria Mario Capanna ed alla dirigente Simonetta Silvestri, sono intervenuti alla presentazione del progetto “Tv di Comunità”, la dirigente dell'Ufficio di Gabinetto dell'AgCom, Maria Pia Caruso; il professor Paolo Montesperelli dell'Università degli studi “La Sapienza” di Roma;  i rappresentanti dei Cesvol di Perugia e Terni e di enti, associazioni, comitati ed organizzazioni dell'Umbria. Moderatore è stato il giornalista Paolo Giovagnoni dell'Ufficio stampa del Consiglio regionale dell'Umbria.

Interventi:
Mario Capanna: “Il telespettatore non è più fruitore passivo, ma creatore dell'informazione che lui stesso considera importante per se. L'informazione viene creata così attraverso un circuito costruito nello stesso ambiente, con persone in contatto tra loro, di una stessa comunità. Quindi, anziché farsi raccontare, spesso in modo improprio, il cittadino racconta ciò che lo interessa e che conosce. Oggi, spesso, l'informazione non è più neanche interpretazione, ma addirittura  occultamento e simulazione della realtà. All'informazione vanno ricreate le radici originarie. Sono convinto che la Tv di Comunità, in Umbria, possa avere un buon futuro”.

Simonetta Silvestri: “L'obiettivo è quello di promuovere un'emittenza locale sempre più legata al territorio in cui opera. Un'azione di primaria importanza che dovrà essere caratterizzata da una seria informazione, prodotta direttamente dai protagonisti di una comunità, quindi legata alla vita di uno specifico territorio. Il nostro auspicio è che questo progetto possa crescere sempre più negli anni, magari creando laboratori per la formazione multimediale, indirizzata soprattutto ai giovani. In questo contesto, dove si rende necessario ed utile investire ulteriori risorse, anche le Radio comunitarie saranno chiamate, a breve, a svolgere un loro ruolo preciso”.

Maria Pia Caruso: “Il Corecom dell'Umbria è stato sempre particolarmente attento al territorio, alla comunità e quindi ai soggetti fruitori dell'informazione e della comunicazione in genere. Con la rivoluzione digitale si richiede un'informazione di prossimità sempre più aderente ai bisogni della collettività che chiede di sapere in tempo reale cosa sta succedendo intorno ad essa. Questa della Tv di Comunità è una esperienza da incentivare ed esportabile anche in altre realtà territoriali”.

Paolo Montesperelli: “C'è sempre più bisogno di un dialogo tra le generazioni all'insegna della solidarietà. È una condizione fondamentale che i linguaggi delle nuove generazioni possano essere tradotti dalle altre generazioni per essere compresi. Nella società civile c'è un grande spessore etico, ma questi valori, che sono anche di solidarietà, devono trovare un linguaggio e un progetto che si trasformi in solidarietà attiva. Oggi, per quanto riguarda l'informazione, sta riemergendo una forte domanda di servizio pubblico, di bene comune e la solidarietà è l'anima del bene comune”.

Presente in sala il vice direttore Tgr (Rai), Paolo Petruccioli che a margine dell'incontro ha evidenziato come “le esperienze che ci vengono dalla rete e dal web ci dicono che la comunicazione più efficace è quella che viene direttamente dai cittadini, attraverso contributi realizzati anche soltanto con gli smartphone, ma che sono in grado di testimoniare in diretta qualsiasi evento”.

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