Manifestazione di Libera: bilancio di una giornata
Centocinquantamila: un fiume di persone ha invaso oggi pacificamente Firenze, raccogliendo l'invito dell'associazione Libera in memoria delle vittime di mafia. Sono arrivati da tutta Italia, con centinaia di autobus e anche con un treno speciale per dire no alla criminalità, per unirsi all'impegno dell'associazione guidata da don Luigi Ciotti che dà voce alle richieste "troppo spesso" inascoltate dei tanti familiari delle vittime. "Non uccideteli una seconda volta", è il messaggio forte e chiaro arrivato dal serpentone del capoluogo toscano e ripetuto più volte da don Ciotti. Anche Firenze ha dato il suo tragico tributo: era il 27 maggio 1993 quando in via dei Georgofili esplose un Fiorino imbottito di tritolo. Oggi, a quasi venti anni di distanza, si é marciato in ricordo di quei morti e di tutte le altre vittime della mafia: 900 i nomi che, come una triste litania, un megafono sistemato su un furgone che ha aperto il lungo corteo, ha continuato a scandire per tutto il percorso.
Quei nomi erano già risuonati ieri sera nella Basilica di Santa Croce, in occasione di una veglia interreligiosa, e sono risuonati nuovamente alla fine della manifestazione dal palco allestito accanto allo stadio comunale fiorentino davanti a un piazzale che a fatica ha radunato solo una parte del corteo. A leggere 'per non dimenticare' i nomi delle vittime tanti personaggi più o meno noti: il ct della Nazionale Cesare Prandelli e la segretaria della Cgil Susanna Camusso, diversi sindaci tra cui quello di Firenze Matteo Renzi e di Bari Michele Emiliano, ma anche i tanti familiari delle vittime (600 quelli arrivate a Firenze), magistrati e forze dell'ordine impegnati nella lotta alla mafia. "Essere qui oggi significa non dimenticare, far ricordare. E' un problema di tutti, non di poche persone", ha affermato Prandelli prima di salire sul palco. "Il lavoro è tra le prime vittime della criminalità organizzate e la legalità è il tessuto fondamentale verso cui andare", ha ricordato Susanna Camusso.
"La vostra lotta - ha affermato dal palco il Premio Nobel per la pace Perez Esquivel - é anche la nostra lotta, siamo uniti per un mondo migliore. E quando si vede questa moltitudine di gente si capisce che c'é speranza per sconfiggere la mafia. Anche noi abbiamo resistito grazie al fatto di essere rimasti uniti" "La mafia è come la peste. Dobbiamo unire ciò che le mafie e i potenti vogliono dividere", è il richiamo di don Ciotti che ha ripetuto in più occasioni, e non solo sul palco della manifestazione, il suo messaggio ai politici: "Mi auguro che le Camere si diano una mossa e si trovi il modo di governare perché abbiamo bisogno di risposte chiare". "L'iniziativa odierna a Firenze rappresenta un segnale di speranza e di determinazione che si rinnova ogni anno", ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio inviato a don Ciotti, presidente di Libera. "L'Italia - ha aggiunto Napolitano - ha sempre saputo trovare, nei momenti difficili della sua storia, la forza di reagire alle avversità, attingendo al suo straordinario patrimonio di civiltà di cui Firenze è esempio indiscusso". Un pensiero a Libera e alla manifestazione di Firenze è arrivato infine anche dalla neoeletta alla Camera Laura Boldrini.
"Vietato stupirsi, il Paese è questo ma la classe politica non lo capisce", dice Franco La Torre, figlio del parlamentare e segretario del Pci in Sicilia, Pio, ucciso dalla mafia. "Ci sono belle facce, tanti giovani che mandano un grido di dolore alla politica, al Parlamento", osserva Paolo Siani, figlio di Giancarlo, il giornalista napoletano che faceva inchieste sulla camorra e fu ucciso. A Firenze hanno marciato in 150.000 con Libera a fianco dei familiari delle 900 vittime di mafia, camorra e 'ndrangheta. Congiunti di morti ammazzati che hanno sfilato con dignita' composta in testa al corteo mentre i nomi delle vittime venivano scanditi da un altoparlante. Familiari che non rinunciano a coltivare l'ideale di giustizia lasciato dai loro cari e che hanno osservato con commozione lo svolgersi del 'serpentone' di decine di migliaia di persone, tra cui tanti giovani, da tutta Italia, sui viali di Firenze.
Dice ancora Paolo Siani, ricordando il fratello Giancarlo: "Ho visto nel corteo tante belle facce, volti puliti qui, oggi, a Firenze, facce di giovani che rappresentano un'Italia che manda un grido di dolore e una richiesta di giustizia al Parlamento. Credo che sia un bel modo di ricordare le vittime delle mafie".
"Giancarlo - aggiunge - avrebbe apprezzato, anzi ci sta vedendo e ci incoraggia a portare avanti questo impegno", anzi "ora che ci sono tanti giovani in Parlamento, essi dovrebbero raccogliere questa voce di riscatto, questa richiesta di giustizia che parte dal basso".
Un auspicio rimarcato da Franco La Torre: "Non possiamo ogni volta stupirci, non possiamo stupirci se ogni anno alla manifestazione di Libera ci sono 150.000 persone. Questa partecipazione significa una straordinaria voglia di riscatto dal sistema politico-mafioso che la classe politica non capisce".
Per Franco La Torre "tra i cittadini c'é un forte senso civico. Senso civico - ha continuato il figlio del parlamentare Pci ucciso dalla mafia - che il paese custodisce mentre la sua classe dirigente non se ne interessa". Il corteo si è attenuto alla 'consegna' del silenzio e del raccoglimento durante il corteo come Libera chiedeva. Hanno, però, 'parlato' i fiori di carta degli studenti di tutta Italia, i gonfaloni dei Comuni, una lunga bandiera della pace dietro la 'testa', gli striscioni come quelli "Chi non lotta ha già perso", "La mafia uccide, il silenzio anche", "Bisogna ricordare cos'é la bellezza, imparare a riconoscerla e a difenderla", "Uniti si può". E prima di incamminarsi verso lo stadio gli studenti di tante scuole italiane hanno acquistato buste in carta riciclata con semi di fiori dell'iniziativa di Libera 'i semi di giustizia, fiori di corresponsabilita'". Al ritorno nelle rispettive città, saranno piantati nei giardini a simbolo della lotta alle mafie e di una continuità di impegno antimafia e per la legalità che Libera vuole promuovere tra i giovani.

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