PERUGIA - Circa 40 dipendenti, per la stragrande maggioranza donne, della Cear Srl, azienda che si occupa delle pulizie degli uffici postali di Poste Italiane in una parte consistente della provincia di Perugia, sono senza stipendio, in alcuni casi addirittura dal mese di novembre, mentre tutte le lavoratrici devono ancora percepire la tredicesima e una parte di quattordicesima. Inoltre, lo stipendio di dicembre è stato saldato soltanto venerdì scorso ed alcune ex dipendenti devono ancora percepire la busta paga di marzo 2012 e il Tfr.

Stamattina, per denunciare questa situazione di grave difficoltà per le lavoratrici di Cear, si è svolto uno sciopero con presidio davanti alla sede di Poste Italiane in via Mario Angeloni a Perugia.
“Oltre che per esigere gli arretrati non pagati – spiega Enrico Bruschi della Filcams Cgil di Perugia – abbiamo organizzato questo sciopero e questa mobilitazione per richiamare l'azienda e il committente Poste Italiane alle proprie responsabilità, non solo formali, ma anche sostanziali. Ci sono infatti situazioni inaccettabili, come il mancato rimborso delle trasferte per le lavoratrici, che arrivano a fare addirittura 50 chilometri per coprire le varie sedi dell'appalto, nonostante lavorino pochissimo, in alcuni casi appena 5-6 ore a settimana. E in più – prosegue Bruschi – dalle lavoratrici ci arriva notizia di ore di lavoro non pagate e malattie che vengono conteggiate come permessi non retribuiti. E' evidente dunque – conclude il segretario Filcams – che serve un intervento, anche delle istituzioni. Per questo abbiamo chiesto alla Regione Umbria di siglare un protocollo sugli appalti, per costruire maggiori garanzie e tutele, attraverso le clausole sociali, nell'affidamento dei lavori, sia da parte di stazioni appaltanti pubbliche, che private”.

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