SPOLETO – Lo slogan più ripetuto e che rende meglio di qualsiasi altro è stato “Tutti insieme per Spoleto”, a significare che ormai la situazione economica e occupazionale della città è diventata talmente grave che qualche speranza di salvezza potrà essere coltivata soltanto se si esprimerà un forte impegno comune per invertire la tendenza.

Con questa presa di coscienza si è avviato stamani il lungo corteo degli operai Ims e Isotta Fraschini, al quale si erano aggiunti anche altri lavoratori di aziende ugualmente in crisi. Molti anche gli studenti che nei giorni passati hanno manifestato con i lavoratori, e gli esponenti del mondo politico e istituzionale (erano presenti anche l’assessore regionale Riommi, il sindaco Benedetti  con alcuni membri della Giunta e del Consiglio). Corteo che ha attraversato lentamente una città flagellata ada freddo, pioggia e neve, ovunque accolto però da espressioni di grande solidarietà. Particolare quella manifestata dai commercianti spoletini che hanno voluto attestare  la loro adesione abbassando le saracinesche dei loro negozi sulle quali era stato esposto in bella mostra il cartello con su scritto “Io sto con gli operai!”, così come erano stati invitati a fare da Confcommercio e Confesercenti.

Certo il passaggio del corteo ha provocato qualche disagio alla circolazione, malgrado le disposizioni dettate dal Comune affinché l’impatto risultasse il meno problematico, ma anche la composta pazienza dimostrata dagli automobilisti in attesa è stato il segno tangibile di una partecipazione corale.

E così il corteo ha potuto raggiungere senza alcuno intoppo la sede del Tribunale, dove ha sostato simbolicamente per sottolineare che proprio lì i rappresentanti del Gruppo Casti, proprietario dell'industria metallurgica di Santo Chiodo, consegneranno (forse domani) nelle mani del giudice Laudenzi la richiesta per la procedura di concordato preventivo. E davanti al palazzo si sono levati i cori dei lavoratori  di condanna per una dirigenza che ha portato l’azienda a tale disastrosa situazione.
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Poi la prosecuzione verso il palazzo del Comune dove si è svolto l’annunciato consiglio comunale aperto sul tema della crisi occupazionale.

I lavori sono iniziati con un intervento del sindaco Benedetti che per prima cosa ha voluto chiarire che la sua partecipazione, e quella degli altri esponenti comunali al corteo non rappresentava certo la volontà di mettersi in mostra, bensì l’avvio di un impegno che vedrà la presenza costante dell’amministrazione civica al fianco dei lavoratori. “Questo palazzo – ha poi assicurato - accoglierà tutte le istanze, tutte le voci, in maniera sistematica e regolare, per monitorare la situazione e chiedere risposte a chi, per ora, non ce le sta dando". E la partecipazione corale della città – ha aggiunto - "E' un segnale che Spoleto si aspettava e si meritava. Un gesto forte di coesione sulle battaglie per il diritto al lavoro, che è comune a tutti i cittadini".

Fattore, questo, che è stato sottolineato anche dall’assessore regionale Riommi. Abbiamo avuto – ha detto -  un segno dell'unità di questa città, un'unità che le istituzioni non possono e non vogliono ignorare. Il sistema finanziario in crisi impedisce l'ordinaria attività delle aziende. Le quali, come previsto dalla legge e dal mercato, possono presentare domanda di prenotazione di concordato, il che vuol dire sostanzialmente dare il là alla chiusura. Tuttavia non è la Ims di Spoleto a navigare in cattive acque, quanto l'intero gruppo Casti, in sofferenza di circa 500 milioni di euro. Ecco perché, come Regione, riteniamo scisse le questioni ‘lavoro per la Ims', intesa come quantità di commesse che pure non mancano, e ‘situazione finanziaria del Gruppo Casti', che non deve inficiare su di un ramo d'azienda ritenuto sano e competitivo".

Dopo aver ricordato il percorso che ha portato ad una decisione presa dall’azienda senza alcun preavviso, Riommi ha poi sostenuto che comunque "L'azienda di Santo Chiodo ha una prospettiva. Ma deve essere comunque la proprietà a presentare un piano aziendale capace di rilanciarla anche in una prospettiva futura e solo a quel punto le istituzioni si mobiliteranno per aiutarla con ogni strumento a loro disposizione. Senza però che tutto questo abbia a che vedere con i problemi finanziari che il gruppo ha in tutto il mondo.

Il che vuol dire che tutte le istituzioni umbre, ai vari livelli (al consiglio aperto era presente anche il vice presidente della Provincia Rossi), si pongono senza se e senza ma dalla parte dei lavoratori che giustamente pretendono garanzie sul loro futuro e un immediato piano di rilancio dell’azienda che permetta loro di lavorare con dignità.

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