“Il medico pietoso fa la piaga puzzolente”
Sarà un anno migliore di quelli trascorsi nell’ultimo ventennio questo 2013?
Senza passare da disfattisti, ma vista l’aria che tira, il dubbio che il nuovo anno non sia partito proprio con il piede giusto ed in grado di garantirci tempi migliori, è già nell’aria.
Per sincerarsene basta prendere atto dei rincari che ci attendono. E siamo solo agli inizi.
Secondo gli esperti di Moody’s, corriamo seriamente il rischio di fare la fine della Grecia.
Avranno ragione loro?Auguriamoci di no e guardiamo al futuro con un po’ di ottimismo. Operazione non facile. Tentare comunque non costa nulla.
Tuttavia per prudenza e scaramanzia, siccome altri esperti ci hanno assicurato che non siamo ancora ai livelli ellenici, una “massaggiatina” agli zebedei è facoltativa ma opportuna.
Personalmente non sono un grosso esperto di economia e finanza. In queste difficili materie ne capisco più o meno quanto la premiata “ditta” Berluscconi-Tremonti. Quindi pochino assai.
Anche Socrate, il vecchio saggio ateniese che nella sua vita politica dimostrò grande forza d’animo ed immensa rettitudine morale, denunciò grosse lacune su questo versante tanto da essere spesso in disaccordo con i suoi concittadini. Cosa che è capitata anche a noi che ci siamo trovati più volte al cospetto ed in contrasto con molti figli di Troia, in più tempi ed in più contesti, evitando tuttavia, al contrario di Socrate, di essere costretti a bere la cicuta per toglierci dai guai e per non presenziare agli esiti inquietanti derivanti dalle inopportune e catastrofiche scelte altrui.
Qualora decidessimo seriamente di cambiar vita, per uscire dalle secche in cui siamo precipitati per l’altrui ignavia, dobbiamo prendere esempio da chi, dimostrando di avere la necessaria forza d’animo e la indispensabile volontà, consapevole di trovarsi in situazioni pesanti e pericolose che non consentono tentennamenti né indugi, ha pensato bene di cambiare rotta.
Barak Obama, quel distinto signore americano, anche noto per essere stato bizzarramente definito “abbronzato” da uno stravagante e gaudente ricco imprenditore brianzolo con l’hobby della politica, nei giorni scorsi si è impegnato a dare un giro di vite alla sua politica per rilanciare l’economia, combattere la disoccupazione e fare un passo avanti a favore dell’equità sociale del suo Paese. Per far sì che gli Stati Uniti possano conseguire un miglioramento delle condizioni di vita delle classi sociali più deboli, ha deciso che i ricchi, debbano iniziare a “frugarsi” in tasca e cacciare qualche manciata di dollari ciascuno per garantire un idoneo sostegno a chi ha più bisogno.
Ovviamente la sua “impresa” ha trovato molti oppositori, ma intanto lui va avanti imperterrito per la sua strada senza frapporre tempi morti e senza guardare in faccia nessuno.
Dalle nostre parti questo tipo di intervento, da condurre con adeguate riforme strutturali, non è stato mai preso in esame con la volontà di portarlo avanti responsabilmente e con il dovuto impegno. Troppi vincoli, troppi interessi, troppi compromessi con le varie “Caste”, hanno sempre bloccato ogni velleità.
I risultati, disastrosi, sono vergognosamente sotto gli occhi di tutti.
I precedenti governi avrebbero dovuto più fortemente impegnarsi nel contrastare l’evasione fiscale che nel nostro Paese, stante a stime accurate ed attendibili, non consente all’erario entrate per 120 miliardi all’anno e combattere più efficacemente i traffici della criminalità organizzata e delle varie mafie, i cui ricavi superano abbondantemente addirittura quelli realizzati, a fine esercizio annuale, da aziende del calibro di Enel ed Eni messe insieme. Utili che garantiscono loro facili arricchimenti e creano opportunità operative per futuri ricatti.
Altra “anomalia” che suscita imbarazzo e curiosità fra i cittadini onesti è quella che vede lo Stato Italiano versare alla Chiesa oltre 4 miliardi all’anno fra l’8 per mille, gli stipendi agli insegnanti di religione designati dal Vaticano, i contributi alle scuole cattoliche ed alle cliniche convenzionate, a cui vanno aggiunti i mancati introiti derivanti dall’esenzione dell’Imu, cui beneficia la Santa Sede sulle sue proprietà immobiliari destinate ad uso commerciale.
Intervenire in queste direzioni non é certamente facile né comodo. Soprattutto non risulta vantaggioso per gli assuntori di eventuali iniziative in tal senso. Su questi fronti si perdono inevitabilmente consensi e voti. E nessuno vuol correre questo rischio.
E’ pur vero però che anche incamminandoci in questo terreno non risolveremmo il problema in maniera definitiva, ma intanto potremmo racimolare qualche “soldino” e inizieremmo a dare il via ad un percorso virtuoso che nel tempo potrebbe dare ancora interessanti risultati visto che c’è ancora molto da “rovistare” in ulteriori ambiti e andare a movimentare altri “terreni redditizi”, al momento recintati e “riservati”, dove sono presenti tanti “alberi” rigogliosi di frutta matura, pronta da cogliere.
In pratica c’è quindi rapidamente da dare l’avvio a questa salvifica grande “avventura”, peraltro neppure tanto peregrina da attuare però con assoluta tempestività. Procrastinare l’inizio delle operazioni sarebbe decisamente da irresponsabili.
Perciò crediamo che i politici prossimi venturi abbiano la volontà di affrontare il problema da subito, con determinazione e senza indulgere. Del resto, come ci tramanda la saggezza dei nostri vecchi, “il medico pietoso fa la piaga puzzolente”
.
Siamo pienamente consapevoli che la cura sarà dolorosa e lunga, come pure siamo certi che sarà in grado di garantire la guarigione.
Quindi, non rimane che seguire l’esempio che offre quel garbato signore americano “abbronzato” che, durante un importante summit internazionale a Londra, ebbe il grande merito di ignorare volutamente la fastidiosa presenza del melenso e sciatto imprenditore brianzolo, sempre in vena di quelle pacchiane facezie che sono sempre state il suo imprescindibile mezzo per tentare di catalizzare l’attenzione del mondo su di sé: il più delle volte, risultate fatiche vane.
Del resto alternative non ce ne sono. A meno che non salti fuori qualche “buontempone” a pensare che il tutto si possa risolvere fomentando una improbabilissima sommossa popolare, senza tenere conto che la stragrande parte degli Italiani, con molti politici in prima linea, sono più bravi a spendere parole che passare a fatti concreti, tanto da aver suscitato l’ironica riflessione di Flaiano, “la rivoluzione è stata rinviata a data da destinarsi a causa delle avverse condizioni atmosferiche”.

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