Cibo e Ogm, cambiare si può!
di Stefano Vinti
PERUGIA - Gli Ogm sono «Organismi transgenici» in quanto in molti casi, se parliamo di agrobiotecnologie, si tratta di piante in cui sono stati introdotti geni provenienti da organismi molto diversi che in natura di norma non si possono mai incrociare con le suddette piante.
Infatti i ricercatori di ingegneria genetica creano prodotti del tutto nuovi, usando metodiche radicalmente diverse da quelle impiegate finora in agricoltura, rompendo le barriere poste dalla natura a separazione tra specie e generi, barriere che ne impediscono l’interfecondità e quindi limitano fortemente i flussi genici.
In pratica vengono «fabbricate» chimere genetiche instabili, con processi che ricordano molto di più quelli industriali che quelli agricoli, tanto che le leggi e i cicli naturali sembrano avere ben poca importanza.
Non a caso un OGM viene definito, con terminologia ufficiale, come un «organismo il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale» (Art. 2, Direttiva 2001/18/CE del 12/03/01)»
Che gli Ogm rappresentino la panacea dei problemi mondiali dell’alimentazione è una sciocchezza sostenuta dalle multinazionali del settore.
Sia per il flagello della fame, sia per quello della malnutrizione, i rimedi sono altri, ben diversi dal semplicismo riduzionista dell’ingegneria genetica.
Le popolazioni che soffrono la fame hanno bisogno di uscire dalla povertà e dal degrado sociale, necessitano di istruzione e di formazione professionale per sviluppare un’agricoltura centrata sui propri bisogni e sulla specificità dell’ambiente in cui vivono.
La soluzione degli Organismi Transgenici è una beffa che si basa su un approccio universalista e livellatore, incompatibile con le differenze e le caratteristiche locali».
In realtà gli OGM sono funzionali alla politica di conquista dei mercati da parte di multinazionali come la Monsanto che, con i brevetti, vogliono accaparrarsi ampie fette del settore agricolo mondiale e nonostante la normativa sulla materia sia basata sul «principio di precauzione» è dubbio il comportamento della Commissione europea, troppo prona ai voleri delle multinazionali e degli Usa.
Tra l’altro, un recente studio dell' università di Caen dimostra la tossicità del mais genetico prodotto dalla Monsanto denominato Nk603, con conseguenti danni al fegato, alterazione dei parametri ematici e produzione di cellule tumorali.
Il governo Monti non ha preso posizione! Rispetto al mais Nk603 il ministro dell'Agricoltura si è limitato a coinvolgere il ministro della Salute. Il governo non ha preso posizione perché è l' emanazione diretta delle multinazionali, opera il massacro sociale e non riesce a garantire la salute dei cittadini.
Continuiamo a chiedere la messa la bando degli OGM, e che il governo faccia ricorso contro la decisione della comunità europea di consentire nel nostro paese le coltivazioni OGM da essa autorizzate. Chiediamo l’applicazione di una clausola di salvaguardia come hanno fatto già altri paesi europei come la Francia, l’Austria, l’Ungheria e la Grecia. Se sulla base di ricerche inerenti la salute dei cittadini c 'è il sospetto che un alimento OGM possa essere dannoso può essere vietato. Sarebbe un modo per tutelare i consumatori e l’ambiente un modo reale per tutelare i nostri prodotti di eccellenza che come si sa sono anche essi investiti dalla crisi mondiale che rischia di mettere il comparto agricolo totalmente nelle mani delle multinazionali.

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