Merloni: dalla Crisi allo sviluppo, per il lavoro delle persone
PERUGIA - Il giorno 04 dicembre 2012 si sono incontrate Cgil, Cisl, Uil, Fiom, Fim e Uilm della provincia di Perugia per una discussione riguardante l’accordo di Programma della Antonio Merloni e le problematiche relative alla crisi della fascia appenninica.
La rimodulazione degli assi d’intervento dell’Accordo di Programma, firmato il 18 di ottobre 2012 presso il ministero dello Sviluppo Economico tra lo stesso ministero e le Regioni dell’Umbria e delle Marche, è il risultato della lunga e drammatica battaglia portata avanti in questi anni dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e dalle organizzazioni di categoria Fim Fiom e Uilm, insieme con le istituzioni e i lavoratori.
La crisi del Gruppo A. Merloni, il numero di persone coinvolte (oltre 3.000 al momento dell’ingresso in amministrazione controllata) rappresentava e rappresenta, nel quadro delle crisi nazionali che stanno coinvolgendo il nostro paese, una delle realtà più drammatiche, di grande complessità e difficoltà nella sua soluzione.
Per Cgil, Cisl, Uil e Fiom, Fim e Uilm, la partita non è conclusa: si deve continuare l’iniziativa su gli obiettivi che oggi si possono concretizzare anche per effetto delle risorse (17 milioni di euro per i comuni coinvolti dell’Umbria), e degli strumenti che mette a disposizione lo stesso Accordo di programma rimodulato.
C’è la necessità:
che il tessuto produttivo locale, sia nell'indotto Merloni che al di fuori di esso, dia segni di vitalità, per progetti di industrializzazione significativi ed importanti dal punto di vista occupazionale e di prospettiva;
della piena utilizzazione degli stabilimenti produttivi di Gaifana;
della salvaguardia e o valorizzazione di quello di Costacciaro;
di costruire le condizioni, anche con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, affinché il maggior numero di persone attualmente in cigs venga riassorbita;
che la stessa J&P con la sua realtà produttiva di Nocera entri appieno a regime, per sviluppare tutte quelle potenzialità produttive che ancora oggi possono essere sviluppate nell’ambito dell’elettrodomestico e che erano alla base della cessione degli impianti;
che le istituzioni locali e la stessa Regione Umbria facilitino il pieno sfruttamento delle opportunità offerte dall’Accordo, sollecitando e accompagnando, anche attraverso gli strumenti operativi e legislativi della Regione, iniziative importanti e di prospettiva.
CGIL CISL UIL, unitamente alle organizzazione dei metalmeccanici FIM FIOM UILM, concordano di intraprendere un percorso che preveda il coinvolgimento dei diversi soggetti sociali ed istituzionali sugli obiettivi sopra richiamati, anche per giungere ad iniziative unitarie pubbliche sul territorio, che rimettano al centro, in tempi certi e con concretezza, la vicenda della Merloni e dei sui effetti sulle persone e sul territorio, per costruire, cercando il contributo di tutti i soggetti, soluzioni positive.

Monday
10/12/12
20:41
Se qualcuno, dopo due anni e mezzo che si parla di questo accordo, volesse illuminarci su cosa dovrebbero produrre i lavoratori, non sarebbe una cattiva idea. Si parla di lavoro futuro e futuribile ma non si vedono progetti industriali fattibili. Viene allora il sospetto che siano chiacchiere per dilazionare un problema sociale devastante ...