Un’edilizia scolastica vecchia e ferma sugli storici problemi legati alla sicurezza e che fatica a migliorare anche a causa del freno agli investimenti generato dal Patto di Stabilità.  E’ questo il dato che emerge da Ecosistema Scuola 2012, il rapporto di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia presentato questa mattina a Torino. Tra i presenti Vanessa Pallucchi, responsabile Legambiente Scuola e Formazione, Daniela Ruffino, responsabile scuola ANCI, Umberto D’Ottavio, rappresentante UPI, Davide Mattiello, presidente Fondazione “Benvenuti in Italia”, Maria Grazia Esposito, Ance, Alberto Silvestri, sindaco di San Felice sul Panaro, Paolo Mellano, Politecnico di Torino, Gianni Giardiello, direttore Forum regionale per l'educazione e la scuola del Piemonte e Mariagrazia Pellerino, Assessore alle Politiche Educative della Città di Torino.

Dall’indagine di Legambiente, l’Umbria presenta dati leggermente migliori alla media nazionale o poco al di sotto, con il Comune di  Terni che si posiziona al 10° posto e Perugia al 39° della graduatoria dell’edilizia scolastica delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.

Gli edifici scolastici umbri, per lo più precedenti al 1974 (59,12%), nascono prevalentemente come scuole (95,29%), di cui il 19,41% è stato costruito secondo criteri antisismici (l’8,22% è il dato nazionale) e nel 39,41% dei casi è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica.

Molte scuole risiedono in edifici in affitto (l’8,24%), il 93,53% ha giardini o aree verdi nelle zone antistanti l’edificio, mentre il 28,24% ha a disposizione palestre e impianti sportivi.

Rispetto al dato nazionale (35,79%), le scuole umbre che necessitano di manutenzione urgente sono il 27,06%, mentre quelle che hanno goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni sono il 52,35% (56,40% il dato nazionale).

Conforta il dato sulle certificazioni la cui percentuale in alcuni casi risulta essere al di sopra del dato nazionale: collaudo statico (69,41%), agibilità (66,47%), igienico-sanitaria (81,76%) e prevenzione incendi (56,47%). Inoltre il 100% degli edifici dispone di porte antipanico, l’88,24% ha impianti elettrici a norma e il 98,82% ha effettuato prove di evacuazione. Nel 24,12% degli edifici sono stati effettuati interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Servizi e buone pratiche sembrano essere di forte interesse per le due amministrazioni. Tutte le scuole hanno aree di sosta per le auto e attraversamenti pedonali, a disposizione degli alunni c’è il servizio scuolabus che serve il 75,88% degli edifici e nel 44,12% delle scuole ci sono nonni vigili che regolamentano il traffico. Vengono serviti pasti bio nelle mense scolastiche (47,57%), utilizzati materiali tipo plastica o carta per le stoviglie (50,49%) e nel 72,82% viene messa sui tavoli acqua del rubinetto, un dato al di sopra di quello nazionale (62,93%). Viene differenziato ogni tipo di materiale (anche se i dati sono più bassi rispetto al dato nazionale) ma vengono privilegiati carta (98,82%), plastica (68,24%) e vetro (55,88%).

Non spicca il dato riguardante la presenza di energie alternative nelle scuole visto che solo il 3,53% lo utilizza rispetto al 12,40% della media nazionale. Buone notizie invece sul fronte  delle fonti d’illuminazione a basso consumo dove rispetto al 60,58% del dato nazionale ben il 76,47% delle scuole ha scelto risparmiare energia.

Dal punto di vista del rischio ambientale ci sono edifici in prossimità di elettrodotti (1,76%), in prossimità di emittenti radio-tv (3,53%) e antenne cellulari (1,18%). Ben il 24,12% degli edifici si trova a una distanza inferiore ai 5 km da aree industriali (rispetto al 7,65% del dato nazionale), a meno di un km da un’autostrada il 7,06%, entro 60 m da un distributore di benzina lo 0,59%.

In Umbria infine si è provveduto a monitorare la situazione amianto nel 100% delle scuole con una percentuale pari allo 0,59%  per ciò che riguarda le relative azioni di bonifica.

“Quello che sicuramente colpisce di più dall'analisi dei dati del Dossier Ecosistema scuola – è il commento di Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria – è la scarsità di risorse anche rispetto alle altre regioni del centro nord che in Umbria vengono destinate alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edilizia scolastica. Se a Firenze si investe una media di € 107.622 ad edificio per la manutenzione ordinaria, nei nostri capoluoghi la media è di € 5.117,65. Anche per la manutenzione straordinaria l’Umbria scende nella classifica, seconda solo alla Campania con € 9.411,76 e non che non sia necessario intervenire, visto che ancora il 27,06% degli edifici necessità di interventi urgenti. Certo, questo dipende dalle scarse risorse a disposizione e dal freno degli investimenti causati dal Patto di Stabilità, ma quella di avere scuole sicure, in classe energetica A, belle, educative e aperte al territorio deve essere una priorità anche l’Umbria”.

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