Trafomec: prospettive assai oscure per gli operai della Val Nestore
di Renato Casaioli
TAVERNELLE - Se per gli Stati Uniti «il meglio deve ancora venire», come ha assicurato l’appena rieletto presidente Obama, “per i lavoratori della Val Nestore e di tutta la Regione, le prospettive di futuro sono assai oscure”. E’ quanto ha affermato ieri mattina, davanti ai cancelli della Trafomec, il segretario Provinciale Cgil di Perugia, Vincenzo Sgalla. L’iniziativa della Cgil, che ha visto la partecipazione oltre che dei lavoratori della Trafomec, di rappresentanti dei dipendenti della IMP, di Euroservice di Castiglione del Lago, della Coop Polis (Servizi alla persona), per illustrare lo sciopero di quattro ore (otto ore per l’Umbria), indetto dalla Confederazione Europea dei Sindacati, che si terrà a Terni il 14 novembre prossimo. Manifestazione che sarà conclusa dal segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso. Una giornata di mobilità europea sui temi del lavoro, perché per il vecchio continente stando alle previsioni più rosee, l’uscita dalla crisi è prevista non prima del 2015. Per l’Umbria, “Un quadro d’insieme – spiega un preoccupato Sgalla – che vede una complessiva smobilitazione industriale, che sta mettendo in discussione il presupposto industriale dell’Umbria e conseguentemente a cascata, tutta l’economia regionale.
La nostra Piattaforma – ha proseguito il segretario – riparte dalla centralità del lavoro e dell’industria. Senza produzione l’economia non si tiene”. Ma l’inconsueta conferenza stampa, è stata l’occasione anche per i lavoratori di esternare le loro preoccupazioni. Operai e impiegati, ben consapevoli di quanto si sta discutendo ai Tavoli nazionali. “Se per produttività – queste le loro convinzioni - il governo e le imprese intendono parlare solamente di flessibilità, di orari, di salari e riduzione dei diritti, non si va da nessuna parte. Al contrario bisogna parlare di investimenti, di ricerca scientifica, di innovazione tecnologica, di infrastrutture e servizi avanzati, oltre che di corruzione e di malavita. Purtroppo al tavolo delle trattative tra sindacati e Confindustria, il governo non partecipa, non avanza nessuna proposta, nessun programma”. Preoccupati quelli della Trafomec, che hanno visto dal luglio scorso un moltiplicarsi di aziende che fanno capo alla Trafomec, “Sei sottoaziende – sottolinea un operaio - Una perfino a Riazzino in Svizzera. Una specie di babele delle scatole cinesi, della quale non si capisce il fine. Intanto le commesse stanno esaurendosi”. Poi l’angoscia delle operaie dell’Euroservice. “L’unico risultato che abbiamo visto finora, è stato l’assorbimento di 14 unità lavorative, delle cinquanta, negli stabilimenti di San Sisto. Ma è una soluzione provvisoria, il 30 novembre scade l’accordo. Quindi di nuovo tutti a casa”.
Per i 30 dipendenti della IMP, parla attorniato da alcuni operai, il segretario provinciale della Fiom, Cristiano Alunni. Una denuncia forte la sua, illustrando come oramai il 30% delle commissioni date dalla CISA, sono state dirottate in Albania. Qui a Tavernelle, per la legge del contrappasso, è scattata la Cassa Integrazione a zero ore per una decina di lavoratori”. Insomma quel rapporto di lavoro dato alla Cooperativa IMP, da parte di CISA, sta venendo meno. Non meno preoccupante la situazione della Coop Polis. Un colosso da 980 soci, distribuiti tra diverse regioni italiane. Un inferno la giornata tipo di un lavoratore. “Otto ore – racconta una socia Monica Di Angelo - distribuite anche in quattro turni. In pratica per fare otto ore di lavoro, dobbiamo restare fuori per oltre 14 ore. Per non parlare di salari che non superano le 800 euro e senza alcun rimborso. Ora con i tagli del 5%, previsti dall’ultima manovra del governo, l’ASL 2 prevede un rientro di 150 mila euro. Tradotto: una contrazione per tutti di orari e servizi, quindi cassa integrazione in deroga, e ulteriore taglio ai salari”. Visto dalla parte di chi produce, l’agire del governo Monti, convince sempre meno.

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