PERUGIA - Il Comitato Direttivo della CGIL dell’Umbria assume la relazione del Segretario Generale Regionale Mario Bravi e le conclusioni della Segretaria Nazionale CGIL Vera La Monica.

La CGIL DELL’Umbria valuta positivamente il percorso definito con la piattaforma regionale a partire dall’analisi della crisi e degli effetti che essa ha prodotto nel tessuto produttivo industriale.

A tale proposito si rinvia ai contenuti della piattaforma discussa e aggiornata nel CD della CGIL Regionale del 9 ottobre.

Le motivazioni con cui la CES ha indetto la manifestazione europea dei sindacati stanno a pieno titolo dentro le valutazioni della CGIL a tutti i livelli.

Lo sciopero previsto e indetto di 4 ore a livello nazionale in Umbria diventa di 8 ore in concomitanza con la manifestazione nazionale che si terrà a Terni con le conclusioni di Susanna Camusso.

La CGIL dell’Umbria impegna le proprie strutture nel garantire la massima adesione allo sciopero e la partecipazione alla manifestazione riconoscendo questa, come una straordinaria occasione di mobilitazione e di visibilità delle vertenze di tutta la Regione, a partire dalle vicende dell’AST con le conseguenze che dal punto di vista economico si possono generare.

Gli obiettivi da garantire sono quelli indicati nella relazione di Mario Bravi.

Oltre alle questioni legate all’idea di sviluppo della nostra Regione contenute nella piattaforma la CGIL dell’Umbria valuta negativamente il d.l. approvato dal Consiglio dei Ministri il 31/10/2012 per ciò che riguarda il riordino delle Province mancando nei fatti l’obiettivo del contenimento della spesa.

Il riequilibrio delle circoscrizioni provinciali di Terni e Perugia così come definito e approvato dal Cal, dalla Regione e dai consigli comunali dell’Umbria, appare ancora oggi la strada da perseguire per dare risposta alle identità del territorio regionale, ai servizi e al lavoro pubblico.

Il confronto sulle riforme istituzionali vede la miopia di chi si attarda ancora a sostenere della necessità di eliminare definitivamente un livello istituzionale elettivo, mentre ciò che è avvenuto è esattamente l’opposto.

Si è ipotizzato, attraverso parametri discutibili, la cancellazione di una parte delle province rendendo le altre enti di 2° livello.

La CGIL dell’Umbria ritiene indispensabile responsabilizzare i Parlamentari umbri nel produrre emendamenti in sede di conversione in legge del d.l, tali da determinare una modifica nelle Regioni divenute monoprovince e si attiverà con ogni iniziativa per raggiungere tale obiettivo.

La situazione che si determinerà con la scelta operata dal Governo avrà anche ripercussioni su circa 23 enti di emanazione statale di cui bisognerà tener conto per capire quali e quanti presidi nel territorio e come se ne garantisce l’occupazione e i servizi ai cittadini.

La CGIL dell’Umbria ribadisce la necessità di arrivare ad una discussione nazionale sui temi dei servizi e del lavoro pubblico poiché le indicazioni e le soluzioni devono avere una caratterizzazione omogenea in tutto il territorio nazionale.

Approvato all’unanimità

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