“La Terni industriale, patrimonio da difendere”. Landini: “La partita è aperta"
TERNI - “Abbiamo chiesto al governo di convocare, insieme ad Outokumpu, anche gli attuali proprietari delle acciaierie ternane, ovvero ThyssenKrupp, perché è singolare che Outokumpu discuta la vendita del sito ancor prima di esserne diventata proprietaria”. Lo ha detto oggi, intervenendo all'iniziativa “La Terni industriale”, promossa dalla Fiom Cgil di Terni, il segretario generale della Fiom nazionale, Maurizio Landini.
Dopo l'incontro con il Governo e l'apertura di Outokumpu alla vendita integrale del sito, senza “spezzatini”, la posizione della Fiom resta comunque la stessa. “Noi abbiamo detto sin dall'inizio che l'unitarietà del sito produttivo di Terni non poteva essere messa in discussione – ha affermato ancora Landini – ora registriamo che anche la multinazionale finlandese ha preso atto di questo elemento fondamentale, e cioè che l'unitarietà di questo sito è anche la sua forza. Ma questa presa d'atto non risolve il problema – ha concluso il segretario della Fiom – a noi interessa che sia chiara la missione produttiva e i piani industriali per Ast. Per cui la discussione, con tutti i soggetti coinvolti, è ancora assolutamente aperta”.
“Questa è una vertenza anomala – ha spiegato nel suo intervento introduttivo Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom Cgil – perché non si riesce ancora a trasmettere la reale dimensione del pericolo che potrebbe determinarsi con un indebolimento di Ast. Prima di tutto da un punto di vista occupazionale, ma anche perché senza Terni, l'Italia si ritroverebbe ad importare acciaio inox al 100%. Su questo crediamo che sia quindi necessario coinvolgere gli utilizzatori italiani (l'Italia è un mercato importante per l'acciaio inossidabile) organizzando a Terni un'iniziativa di carattere nazionale”.
Per quanto riguarda l'azione del sindacato, Cipolla ha ribadito quello che è ormai lo slogan ufficiale della mobilitazione degli operai di Ast, ovvero che fino a che non ci sarà un riconferma chiara sull'integrità e del futuro produttivo di livello internazionale di Ast, “da Terni non si muove un bullone”.
Numerosi gli interventi di delegati e lavoratori di Ast, delle controllate e dell'indotto che hanno riportato lo stato d'animo all'interno della fabbrica. Interventi tutti incentrati sullo stesso concetto, ovvero: prudenza nel passare dalla disperazione ad eccessi di ottimismo dopo le aperture di Outokumpu e conferma dell'importanza assoluta della difesa dell'integrità del sito e delle produzioni.
Attilio Romanelli, segretario generale della Camera del Lavoro, l'ha definita “la nostra linea Maginot”. “Anche alla Commissione Europea – ha detto Romanelli - abbiamo spiegato che quelle 130mila tonnellate che ci vorrebbero togliere, che sembrano poche rispetto al totale, sono invece decisive, perché da quelle dipende l'equilibrio economico del sito. Quella è la nostra 'Linea Maginot', sulla quale dobbiamo respingere l'attacco all'industria siderurgica ternana, che rappresenta un asset strategico per l'Italia, perché qui si è dimostrato che le multinazionale in Italia possono investire, al di là delle discussioni da pollaio sull'articolo 18”.
Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria, ha sottolineato nuovamente come la vertenza in difesa del polo siderurgico ternano sia una battaglia “di tutta l'Umbria del lavoro”. “In questa crisi generale, che per l'Umbria è ancora più impietosa – ha detto il segretario regionale - difendere le acciaierie significa difendere un'eccellenza dell'Italia mediana, quella dimensione geografica che può rappresentare un modello di uscita dalla crisi, a patto però che si mantengano e si valorizzino le sue ricchezze. Per questo – ha concluso Bravi – dobbiamo difendere l'integrità di Ast e proseguire nel ragionamento sulle verticalizzazioni di prodotto, sulle infrastrutture e sul rafforzamento del sistema Umbria nel contesto dell'Italia di mezzo”.
Intanto, la mobilitazione della Fiom e della Cgil continua. Sabato – è stato ricordato in tutti gli interventi – l'Umbria del lavoro si sposterà a Roma (già 12 i pullman organizzati dalla Cgil umbra), per la manifestazione della Cgil nazionale a piazza San Giovanni, dove saranno rappresentate le centinaia di crisi aperte nel Paese e dove è previsto un intervento dei lavoratori della Tk-Ast. Poi, il 16 novembre, giornata decisiva nella vertenza Ast (è il giorno dell'ingresso ufficiale di Outokumpu), ci sarà lo sciopero generale dei metalmeccanici, indetto dalla Fiom Cgil.
“Il nostro compito – ha detto Landini concludendo l'iniziativa – è quella di mettere insieme le lotte e i lavoratori, che si sentono purtroppo sempre più soli. La Fiom e la Cgil – ha concluso – sono le uniche realtà ancora in grado di poterlo fare”.

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