PERUGIA - Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Quando sentiamo parlare di povertà, marginalità, devianza, abbandono, violenza, dobbiamo pensare a persone che soffrono e ad un sistema che non riesce a garantire benessere e fiducia.
Negli anni ci siamo però anche abituati a pensare e a pretendere reti di protezione che abbiamo chiamato welfare.
Il welfare umbro è diventato, grazie all'impegno di tanti professionisti e alle tasse di tutti, una realtà capace di affiancare i cittadini più deboli, sopperendo e riparando alle brutture di una società sempre più iniqua. Anche per questo motivo l'Umbria è una delle regioni più vivibili d'Italia.
Quando succede qualcosa della gravità dell'omicidio di Pietrafitta, e succede – tragedia annunciata - nelle modalità in cui è accaduto, significa che il sistema sta cedendo.
La rete che negli anni abbiamo costruito a difesa dei minori è bucata.
Senza dubbio le risorse sono diminuite ma quello che più ci preoccupa è vedere come sia in crisi un sistema di collaborazioni e fiducia.
Forze dell'ordine, tribunale dei minori, servizi sociali, educatori, insegnanti, società civile, politica, sindacati, … non siamo stati capaci di proteggere un ragazzino che ci chiedeva aiuto.
Crediamo che nessuno possa sentirsi assolto.
Venerdì a Pietrafitta è successo un fatto di una gravità inaudita che rischia di lasciarci senza parole.
Ma non è questo il momento di rimanere muti.
Ci occupiamo dei bambini e ragazzi fuori famiglia 24 ore al giorno per 365 gg da 30 anni e non possiamo farlo da soli. È necessario ricostruire un sistema di fiducia ed un pensiero comune su cosa significa prendersi cura dei minori, oltre che aggiustare gli strumenti di presa in carico, tutela e controllo di procedure e processi.
Troppo spesso siamo chiamati ad occuparci dei ragazzi quando le brutture della vita ne hanno già sfigurato l'esistenza. Ricomporre i pezzi di una vita di abusi richiede servizi, tempo, risorse, professionalità che non possiamo non poterci permettere.
Senza una presa di responsabilità comune, senza ambiti adeguati di confronto, senza strumenti moderni di rete, rischiamo di condannare gli operatori all'isolamento e i minori all'abbandono.
Né il fato né la mancanza di soldi possono essere alibi per nessuno.
Questo comunicato stampa inaugura un percorso di incontri interni alla rete delle cooperative aderenti al CNCA per analizzare la realtà, condividere riflessioni, linee e proposte con cui costruire un evento pubblico cittadino che avvii una nuova stagione di pensiero e azioni incisive.
Invitiamo tutti a guardare la cronaca allargando lo sguardo sulle responsabilità educative, sociali e politiche di un sistema che fatica a mettere nel giusto ordine le proprie priorità.
Come i cittadini di Pietrafitta ci hanno mostrato, la tutela dei minori è una responsabilità di tutti.

Massimo Costantini
Presidente CNCA UMBRIA

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