TERNI - “La contrarietà dei lavoratori alla proposta di Outokumpu è totale, per questo già da stamattina fermeremo gli impianti e la mobilitazione proseguirà nei prossimi giorni. Finché non c'è chiarezza sul futuro, qui non si muove un bullone”. Questa la dichiarazione di Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom Cgil di Terni, al termine di una partecipatissima assemblea (circa 800 lavoratori) tenuta propria dal sindacalista della Fiom questa mattina all'interno delle acciaierie di Terni, nella quale i lavoratori hanno dimostrato grande compattezza e determinazione nel respingere l'ipotesi di spacchettamento del sito ternano, avanzata dalla multinazionale finlandese.

“Il sito deve essere venduto nella sua interezza e senza mutilazioni”: questo il punto fermo ribadito da Cipolla e sul quale lavoratori e sindacati sono inamovibili.
A sostegno di questa posizione, i sindacati ternani e le Rsu, in maniera unitaria, hanno deciso di proclamare subito per la giornata odierna un'ora e mezzo di sciopero per ogni turno (12:30-14:00, 15:30-17:00, 20:30-22:00). Inoltre, sempre oggi, una seconda assemblea in fabbrica si terrà alle 19:00. Ma la mobilitazione proseguirà e si intensificherà nei prossimi giorni: per giovedì 11 è già in programma un altro sciopero di tre ore per turno, con manifestazione davanti alla prefettura di Terni dalle ore  9:30 alle 12:30.

"Lavoratori e sindacati – conclude Cipolla - sono compatti a sostegno di una vertenza che vuole ribadire l'unitarietà e il profilo internazionale del sito Ast e chiedere chiarezza sulle prospettive future. Lo ribadiamo: finché non c'è chiarezza qui dentro non si muove niente”.

Nel frattempo, come abbiamo riportato in altre parti del giornale, il consiglio regionale dell'Umbria ha modificato l’ordine del giorno della seduta odierna per discutere urgentemente della vicenda ed ha approvato una risoluzione unanime nella quale si ribadisce che l'eventuale vendita del sito siderurgico di Terni è una minaccia che non riguarda soltanto Terni e l'Umbria ma l'Italia intera. Da qui la sollecitazione a scongiurare l'ipotesi di smembramento e a salvaguardare l'intero polo siderurgico ternano, la sua capacità produttiva e competitiva per il futuro.  Mentre da parte sua la presidente della Regione Catiuscia Marini ha chiesto un incontro immediato al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro Corrado Passera per attivare un'azione decisa e pressante, volta a fermare il disegno del gruppo Outokumpu che si profila unicamente ai danni del sito integrato di Terni. E dal ministro dello Sviluppo economico è giunta una piena disponibilità avendo confermato, nel corso di un incontro avuto con i parlamentari umbri, l’impegno suo e del governo per la tutela produttiva ed occupazionale del sito ternano.

In un prossimo incontro con il ceo della Outtokumbu – ha assicurato – “ribadirò con forza la necessità che siano evitate iniziative che possano compromettere l’integrità produttiva dello stabilimento ternano”.

Sulla questione poi da considerare anche le prese di posizione espresse dal responsabile economia e lavoro del Pd, Stefano Fassina, e di Roberta Angelilli e Gianni Pittella, vicepresidenti del Parlamento europeo, oltre che di Amalia Sartori, presidente della commissione industria sempre a Bruxelles.

Fassina ha dichiarato di ritenere necessaria e urgente la convocazione di un tavolo nazionale sulla siderurgia. "A tal fine, sosteniamo – ha aggiunto - la richiesta di un incontro urgente con il Presidente del Consiglio e il Ministro Passera".

I tre parlamentari europei, ritenendo “indispensabile il massimo impegno affinché la Commissione europea lavori ad un piano strategico per la siderurgia europea", hanno invece annunciato di aver già presentato un'interrogazione urgente alla Commissione europea per la salvaguardia del sito industriale di Terni e per evitare ogni possibilità di cessione in favore di soggetti interessati ad operazioni speculative estranee della specifica filiera industriale.

Angelilli, Pittella e Sartori hanno sottolineato come, "con l'ipotesi di smembramento del sito di Terni, la siderurgia europea subirebbe la perdita di un sito integrato e di grande valore, senza alcun impatto positivo sulla concorrenza nel settore, rendendo l'Europa più dipendente dall'acciaio proveniente da paesi terzi, in netta contraddizione con gli obiettivi di una politica industriale europea forte".

Per ultimo la posizione espressa dal sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo , secondo cui "tutta la vicenda appare a questo punto o frutto di qualche manovra che ci è stata taciuta o di una inadeguatezza manageriale di Outokumpu a misurarsi con le questioni della fusione con Tk poste dall'antitrust europeo".

Intanto per le 18 di domani, a palazzo Spada, è stato convocato un incontro al quale saranno presenti la presidente della Regione Catiuscia Marini, il presidente della Provincia Feliciano Polli e i rappresentanti sindacali. Venerdì alle 15, nella sala consiliare, ci saranno, per iniziativa dello stesso sindaco, gli Stati generali della città per discutere "tutte le ulteriori iniziative da prendere in difesa dell'integrità, del futuro e della competitività del nostro sito siderurgico".

Di Girolamo aderirà, inoltre, alla manifestazione sindacale indetta per giovedì e sarà al fianco dei lavoratori nel corteo che li porterà davanti alla prefettura.

Per ultimo la netta contrarietà espressa dalla Cgil (in una nota a firma congiunta Fiom Cgil Terni, Cgil Terni, Cgil Umbria, a partecipare ad incontri extraistituzionali e la smentita ad una sua presenza ad uno di tali incontri asserita da un quotidiano locale.

“Unitarietà del sito, capacità di competere sui mercati internazionali in Europa e nel mondo, massima qualità delle produzioni: restano questi, per la Cgil – si dice nella nota in questione -, i requisiti fondamentali del progetto industriale per il futuro delle acciaierie di Terni (AST, Tubificio, Titania, SDF, Aspasiel, Terni Inox), la cui strategicità per l’Umbria e per l’Italia non può essere messa in discussione. Su queste basi, siamo impegnati in un percorso unitario, con Cisl e Uil, che ha portato anche alla stesura di una piattaforma, presentata venerdì scorso, nella quale ribadiamo l’assoluta necessità di una rapida convocazione, da parte del governo italiano, della multinazionale Inoxum–Outokumpu, per conoscere in maniera chiara e definitiva il piano industriale.

La Cgil è, da sempre, fermamente convinta, infatti, che trattative e confronti di questo genere vadano svolti esclusivamente nelle sedi istituzionali preposte, in questo caso a palazzo Chigi. Ogni altro “canale” è, non solo inopportuno, ma dannoso per il buon esito della vertenza. Per questo sono del tutto infondate le notizie riguardo una nostra partecipazione ad incontri, più o meno trasparenti, in sedi extraistituzionali (vedi articolo Giornale dell’Umbria).

Detto questo, ribadiamo la necessità che in una situazione eccezionale e delicata come quella attuale, ognuno svolga le sue funzioni con il massimo del senso di responsabilità: il governo facendosi garante del futuro industriale del paese, i sindacati, rappresentando gli interessi dei lavoratori, e la stampa, riportando correttamente fatti e notizie”.

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