I tagli lineari dettati dalle norme relative alla spending review hanno conseguenti effetti devastanti sul mondo della cooperazione sociale umbra, già  messo a dura prova in alcuni territori,( quali la provincia di Terni), dai “tagli” decisi a livello regionale. Il nuovo  taglio del 5% previsto negli appalti dalle  recenti norme del  Governo nazionale,  in questo settore,  significa  minori servizi a disabili,a  minori, a  persone  comunque  in difficoltà. Significa  la  riduzione  del welfare  e dei servizi ai cittadini.

La prossima  chiusura a Perugia di un gruppo appartamento per  adolescenti con problemi di marginalità, in una città che  vive  drammaticamente  il problema  della  tossicodipendenza  e  del disagio giovanile, appare  l’ennesimo indebolimento del welfare nella nostra  regione.

E’ pertanto indispensabile l'immediata riapertura del tavolo di confronto con la Regione Umbria,( assessorato alle  politiche  sociali, assessorato alla  sanità e  anci )  non solo per monitorare la situazione regionale e per verificare il rispetto degli impegni assunti nella precedente legislatura, ma altresì per definire azioni concrete e coerenti tese a salvaguardare le lavoratrici ed i lavoratori delle cooperative sociali che operano nel territorio regionale.

Come  organizzazioni sindacali ribadiamo la piena disponibilità ad affrontare responsabilmente le criticità delle  imprese sociali, fermo restando il rispetto delle regole contrattuali da parte delle stesse imprese sociali, considerato che le deroghe a "tutto campo", come la storia recente insegna, non si sono dimostrate utili a promuovere lo sviluppo, ma bensì hanno inutilmente determinato solo un impoverimento materiale delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno visto peggiorare la qualità della loro vita.

Le imprese sociali umbre, pur avendo compiuto sforzi significativi nell'ultimo decennio per riorganizzarsi e far fronte alle difficoltà, pur tuttavia faticano ad affermarsi come modello imprenditoriale maturo.
La crisi che insiste nel Paese impone azioni di riorganizzazione/razionalizzazione fuori dagli schemi e logiche antiche e determini così quel salto di qualità' ormai indispensabile e non più procrastinabile per il rilancio del modello cooperativo inteso come modo “altro” di fare impresa.

Vanda Scarpelli 
Ubaldo Pascolini      
Valerio Natili        
Marco Cotone

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