Tecnologia e know how per un’agricoltura di qualità
di Renato Casaioli
CASTIGLIONE DEL LAGO – Un servizio idrico moderno per un’agricoltura che scommette sulla qualità dell’acqua nell’area lacustre. L’obiettivo dell’eccellenza connesso a fondamentali infrastrutture: le dighe di Montedoglio e del Chiascio. E ancora: un modello armonico di sviluppo che punti su conoscenze e abilità operative (know how). La progettazione di un sistema generale per sostenere produzione e risparmio della risorsa idrica partendo dal sistema goccia a goccia.
Di tutti queste problematiche si è dibattuto alla conferenza a Palazzo Moretti nella frazione di Pozzuolo, nell’ambito della 39esima “Mostra Agricola artigianale del Trasimeno”. Un appuntamento quello della Mostra Agricola di Pozzuolo, oramai divenuto sotto il profilo commerciale e della presentazione di tutte quelle nuove tecnologie, capaci di far crescere un’agricoltura di qualità, assai significativo. Con espositori provenienti da tutto il centro Italia. Anche quest’anno al centro del confronto, tra le istituzioni e gli operatori agricoli, è stato il tema dell’acqua del suo approvvigionamento. Tema reso di stringente attualità, visto il biennio appena trascorso, particolarmente siccitoso. L’altro argomento al centro del confronto l’energia, la sua produzione attraverso centrali a bio gas o bio masse.
Alla tavola rotonda “Un servizio irriguo moderno per un’agricoltura di qualità” è intervenuto l’assessore regionale alle Politiche agricole, Fernanda Cecchini. Con l’assessore, il sindaco di Castiglione del Lago, Sergio Batino, il coordinatore regionale dell’Ambito Agricoltura, cultura e turismo, Ciro Becchetti, il coordinatore regionale dell’Ambito Territorio, infrastrutture e mobilità, Diego Zurli. Hanno partecipato al dibattito i rappresentanti delle associazioni di categoria: Cia, Coldiretti, Confagricoltura e cooperative dei pescatori del Trasimeno.
«L’acqua è un bene prezioso, soprattutto in un periodo di grande siccità come questo. La discussione di oggi si concluderà soltanto nel corso della realizzazione di progetti come l’adduzione da Montedoglio» dichiara l’assessore alle Politiche agricole . «La risorsa acqua – prosegue la Cecchini – è indispensabile: bisogna puntare su una programmazione che si basi su una strategia concordata. E, anche nel Trasimeno, il futuro dell’agricoltura dipende molto dalla sintonia tra ambientalisti, agricoltori e allevatori su acqua ed energia».
Un servizio irriguo d’eccellenza deve essere al passo con i tempi. Il coordinatore regionale dell’Ambito Agricoltura, Ciro Becchetti, pone tuttavia l’accento sull’uso consapevole della conoscenza e delle nuove tecnologie (satelliti, telematica). Becchetti fa notare l’esigenza di un’estesa rete d’imprenditori e istituzioni che tengano conto della sostenibilità ambientale dell’agricoltura e dell’aspetto turistico. Dalla CIA, parole pressanti perché la si faccia finita con la demagogia ambientalista, circa l’istallazione di centrali per la produzione di energia elettrica a basso costo, oggi indispensabili per le aziende agricole. Il suo presidente, Domenico Brugnoni, in risposta alle polemiche che da tempo tengono banco al Trasimeno, circa la possibilità di installare impianti a bio gas o bio masse, ha affermato: “Il futuro degli allevamenti, è quello di far crescere la filiera integrativa. Per questo genere di attività, il bio gas è una soluzione virtuosa”, invitando gli scettici ad andare a visitare questo genere di impianti là dove già operano. Poi un invito alle autorità, perché siano sveltite le pratiche affinché l’acqua degli invasi arrivi presto al Trasimeno. Subito dopo, quasi a voler smorzare i toni della polemica dei mesi passati sulle centrali a bio gas, è intervenuto Gianfranco Catoni del Gal Trasimeno Orvietano. “Mini centrali a bio gas o bio masse, siamo d’accordo. Questa tecnologia permette un recupero di risorse positivo”, precisando che: “I fondi europei li utilizzeremo per l’agricoltura ed il turismo”. Panichi Luca della Coldiretti, ha invece chiesto che “la disponibilità dell’acqua dai due invasi, non si traduca in costo maggiore per le aziende”. Sì, è una grande sfida quella che attende i produttori del settore agricolo -zootecnico, comuni lacustri, Ente Acque umbro-toscano e Regione dell’Umbria: l’alimentazione (dopo Montedoglio) del Trasimeno dalla Diga del Chiascio. «A settembre inizierà la gara d’appalto per la realizzazione», ha assicurato Diego Zurli, coordinatore regionale dell’Ambito Territorio, infrastrutture e mobilità. Intanto, secondo alcuni dati recenti, l’allacciamento provvisorio a Montedoglio già potrebbe garantire 600 litri di acqua al secondo per il Trasimeno.
«Bisogna costruire insieme un modello di sviluppo fondato sulla centralità dell’acqua e dell’energia, proseguendo nel percorso da cui da dieci anni abbiamo sviluppato un servizio irriguo sempre più capillare, efficiente e di qualità» osserva il sindaco di Castiglione del Lago, Sergio Batino.

Sunday
02/09/12
20:43
Dimenticate un piccolo dettaglio: la centralita' della terra. Scegliere colture non idrovore, usare meno pesticidi e sostenere la rotazione colturale per favorire l'ecosistema pedologico.