La legge 180, sbocco e mediazione politica dell’azione di Basaglia, cancellando l’impostazione repressiva della psichiatria, ha dato un contributo fondamentale per lo sviluppo della democrazia e delle libertà nel nostro Paese. Ha posto fine a secoli di abusi nei confronti di migliaia di persone obbligate all’internamento nei manicomi, restituendo loro libertà e dignità.

E’ importante ricordare che il lavoro di Basaglia è stato “lavoro di gruppo”, e che prosegue: ancora oggi moltissimi operatori, associazioni di cittadini utenti e familiari sono impegnati per affermare il diritto alla salute mentale e a trattamenti sanitari sempre rispettosi della dignità della persona, come afferma la nostra Costituzione. Sappiamo bene che la riforma Basaglia è positiva e ricca di successi ma necessita  anche  nella nostra  regione, che  è stata tra le prime nell’aver colto le innovazioni e le rivoluzioni portate da quella  legge, di continue rivisitazioni e soprattutto di maggiori risorse.

Certo i tagli al Servizio sanitario e al welfare aggravano la situazione, indeboliscono per primi i servizi territoriali: dai Dipartimenti di Salute Mentale ai servizi sociali, e producono nuove esclusioni e disagi. Per questo insistiamo non solo con il Governo nazionale ma  anche con la Regione: bisogna investire per la salute mentale, garantire 24 ore su 24 la “presa in carico” delle persone e dei loro familiari nei servizi territoriali, con Centri di Salute Mentale accoglienti, servizi domiciliari e residenziali e per l’inclusione lavorativa, abitativa e sociale.

Insomma investire, implementare e non tagliare: questo serve, non smantellare la 180 e tornare al manicomio, o magari costruire nuove  strutture residenziali camuffate da centri terapeutici che poi diventano piccoli manicomi, sarebbe un’incivile scorciatoia, che nega dignità e diritti a chi soffre di disagio mentale, e limita la libertà per tutti.

Siamo convinti che il modo più giusto per ricordare Franco Basaglia sia continuare l’impegno per dimostrare ancora che “l’impossibile può diventare possibile”.

Vanda Scarpelli
Fp-Cgil Umbria

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