Gaudiosi (Ugl): "La situazione in cui versa Umbria Mobilità è gravissima"
di Enzo Gaudiosi*
PERUGIA - La situazione in cui versa Umbria Mobilità è gravissima. Sin dall’inizio si è parlato di “buco romano” all’origine della crisi di liquidità. L’incontro con l’assessore capitolino aveva l’obiettivo di chiarire parte del problema emerso nelle scorse settimane. Avremmo preferito che fossero stati i nostri rappresentanti politici, nella doppia veste di governatori locali e di soci dell’azienda unica regionale dei trasporti, a prendere l’iniziativa e avviare un dialogo costruttivo con i rispettivi colleghi laziali e dirimere qualche dubbio. Questo purtroppo non è avvenuto. Anzi, abbiamo ascoltato e letto in merito all’incontro commenti da tifoso con tanto di strumentalizzazioni politiche da parte dell’assessore regionale ai Trasporti, Rometti. Peccato. Perché, qui non c’è da difendere nessuna poltrona. Io per primo sono pronto a rispondere del mio operato nelle sedi deputate. Qui, c’è da difendere il lavoro di oltre 1300 persone. E la verità deve venire a galla.
Veniamo al merito e a quanto emerso nel corso del confronto romano. Il Comune di Roma paga e pure regolarmente secondo contratto a 9 mesi. Le carte mostrate confermano. UM vanta crediti per 49.719.669,00 dal corsorzio Roma Tpl, dal consorzio Cotri e dalla Regione per servizi resi in passato, per lo più già scaduti, altri non ancora. C’è pure un procedimento in corso di fronte agli organi competenti e si dovrà attenderne l’esito. Aver costretto chi di dovere ad affrontare questi punti è già un passo avanti ma non basta. Serve maggiore chiarezza rispetto a tutti questi problemi, ereditati dalle aziende che si sono fuse in UM nel 2010. Mi domando e vi domando allora: questi corrispettivi, sbandierati come causa della crisi, per servizi assorbiti dopo la fusione 2010, possibile che siano diventati dirimenti dopo 2 anni dalla nascita di UM che nello stesso periodo ha chiuso i bilanci in positivo? Possibile che nessuno abbia monitorato l’evoluzione della situazione e l’incasso di tali crediti con un occhio alla liquidità regionale, per di più avendo una partecipazione nel corsorzio Roma Tpl pari al 33%?.
Il vero problema è che Umbria Mobilità, nata solo 20 mesi fa, ha un’esposizione fideiussoria per circa 150 milioni di euro, ha le proprie casse con liquidità pari a zero, la chiusura totale da parte degli istituti di credito, è avvolta di debiti ereditati dalle società che sono confluite nel 2012, come il pignoramento subito sul conto bancario per oltre 3 milioni di euro per fatture non pagate dalla ex FCU Srl (Società di capitali a partecipazione regionale per la gestione di pubblici servizi), e la situazione economica attuale non permette di pagare la 14° mensilità ai lavoratori e neanche i TFR dei dipendenti che sono andati in pensione già dall’anno 2011. Purtroppo questa situazione persiste come confermato dall’azienda UM in queste ultime ore.
UM doveva essere un’azienda solida, con potenzialità occupazionali, soprattutto giovanili. L’obiettivo per ora non è stato raggiunto. Basti pensare che in pochi mesi sono andati in pensione circa un centinaio di operatori e nessuno è stato assunto per la grave situazione economica aziendale.
Umbria Mobilità vive una situazione gravissima. Si tratta di agire su due fronti. Il primo fonte, urgente, attiene al risanamento dei conti. Per procedere correttamente in questa direzione occorre far immediata chiarezza sull’esposizione societaria. Da qui la richiesta di un confronto urgente tra le parti sociali, alla presenza del prefetto. Il secondo fronte attiene alla governance, aziendale e istituzionale. Per quanto riguarda la società riteniamo necessario sostituire il CDA e passare all’Amministratore Unico. Per quanto riguarda le istituzioni, nella duplice veste di soci e rappresentanti locali, si devono trarre le dovute conseguenze. Serve un nuovo garante per le politiche del trasporto pubblico regionale che predisponga finalmente il piano umbro, ancora mancante, necessario per valorizzare l’azienda unica e il servizio pubblico. UM non deve essere aperta a soggetti privati. Il garante istituzionale non può più essere rappresentato dall’assessore Rometti, che non ha ancora presentato il piano regionale ai trasporti e non prende posizione chiara sull’ingresso di eventuali privati. Da qui la richiesta delle sue dimissioni.
Siamo convinti che servono nuove politiche sui trasporti per incentivarne l’uso, aumentare i controlli contro i “portoghesi” a vantaggio di una azienda pubblica che sia più vicina alla gente ed alle loro esigenze. Famiglie, studenti e persone con disabilità e anziani devono essere al centro delle future politiche locali.
*Segretario generale regionale Ugl Umbria

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