Fondazione Agraria/ Allarme dei sindacati per impoverimento Stalla di Casalina
PERUGIA - “La Fondazione agraria continua imperterrita sulla strada dell’impoverimento aziendale, compiendo scelte unilaterali”. A lanciare l’allarme sulla presunta chiusura della Stalla di Casalina sono Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil che hanno sottolineato “la forte contrazione dei capi della stalla delle bovine da latte e la chiusura del bar aziendale del complesso di San Pietro. Tutto questo ci preoccupa fortemente in quanto tali scelte porteranno a una drastica riduzione del personale occupato e ad un depauperamento della struttura aziendale”. Nell’ultima riunione del Consiglio di amministrazione si è infatti discusso il nuovo riassetto aziendale che passa per il forte impoverimento della realtà produttiva della tenuta di Casalina, realtà importante e strategica che ha segnato in passato l’attività didattica, formativa e di ricerca della struttura universitaria di Agraria e Veterinaria.
“Ci meraviglia – sottolineano le segreterie- che questa decisione di abbandonare il settore zootecnico venga attuato contestualmente alla discussione sul nuovo Piano zootecnico regionale: la Regione ha messo in campo luminari dell’Ateneo in specifiche commissioni per definire le linee strategiche di sviluppo della filiera agroalimentare umbra che vede nel comparto della zootecnia il settore di eccellenza. Ci domandiamo, a questo punto, se nell’ambito dell’Ateneo perugino ci siano due correnti di pensiero tra di loro fortemente contrapposte: una che ritiene importante il comparto zootecnico, l’altra che sta lavorando per smantellare la realtà che ha segnato una storia. Dissapori che non possono essere messi a carico dei lavoratori. La volontà di smantellare la realtà produttiva, che appare abbracciata dalla Fondazione, oltre a creare seri contraccolpi occupazionali avrà sicuramente serie ripercussioni nel territorio, ma soprattutto un forte indebolimento della filiera lattiero-casearia umbra. Questo perché dalla stalla di Casalina ogni mattina escono 50 quintali di latte per raggiungere la Grifo Latte e per divenire l’alimento fondamentale per la maggioranza delle famiglie umbre e non solo”.
I sindacati chiedono che, in attesa dell’incontro preventivato nei primissimi giorni di settembre, non vengano prese decisioni definitive e unilaterali volte a impoverire la struttura zootecnica, come per esempio la diminuzione dell’approvvigionamento dei prodotti aziendali che lascia presagire le scelte irrevocabili della Fondazione. All’assessore regionale i sindacati chiedono la convocazione di un tavolo di confronto al quale dovrà partecipare anche l’azienda per discutere in maniera più approfondita il futuro della storica Fondazione agraria e dare continuità al lavoro già avviato. Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil se non avranno a breve risposte concrete in merito alla vertenza si vedranno costrette ad assumere azioni di lotta per difendere la struttura produttiva, il territorio e soprattutto il lavoro.

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