di Armando Allegretti

PERUGIA - È notizia di pochi giorni fa l’ultimo incidente mortale sul lavoro. Un operaio marocchino, Mohamed Ladhi, 26 anni, è caduto da un tetto mentre rimuoveva dell’eternit. Un altro incidente nel quale ha perso la vita un giovane lavoratore, precario ed immigrato che va ad allungare la triste lista delle morti sul lavoro in Umbria.

“La situazione degli incidenti mortali sul lavoro, 12 solo nel mese di luglio, si fa sempre più preoccupante, visto anche l’elevato numero di incidenti rispetto all’anno precedente”. Così Mario Bravi segretario generale della Cgil Umbria è intervenuto sull’argomento.
“Nonostante la minore attività produttiva – ricorda Bravi ad Umbrialeft – causa anche della profonda crisi che stiamo vivendo, in Umbria si rileva un’inversione di tendenza con un numero di incidenti mortali sul lavoro maggiore rispetto alle altre regioni d’Italia, a differenza di quanto riferito dall’Inail che parla di minimi storici per quanto riguarda gli infortuni nei luoghi di lavoro”.

“C’è una tendenza a sottovalutare il problema – incalza Bravi – della messa in sicurezza dei cantieri e dei luoghi di lavoro, basti ricordare l’ultima vittima che stava lavorando su un tetto per rimuovere dell’eternit nel fine settimana”.
Cosa fare per risolvere il problema e come reagire? “Innanzitutto – sottolinea il segretario della Cgil – bisogna ricomporre gli interventi sulla sicurezza, aumentare i controlli ed adottare una diversa politica economica e sociale. Continuano ad esserci sempre più morti sul lavoro e sempre meno persone tutelate”. “Dal canto nostro – ricorda Bravi – da dopo ferragosto ripartiremo con le nostre campagne di sensibilizzazione e prevenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Il richiamo alla situazione dell’Inail è d’obbligo, anche in seguito alla petizione nata sul web per chiedere la modifica all’articolo 85 del Testo Unico 1124/1965 che regola il risarcimento per gli infortuni e le morti sul lavoro. L’Inail, ricordiamo, in seguito alla tragica morte dell’operaio che stava montando il palco per il concerto di Laura Pasini, ha risarcito la famiglia con 1936,80 euro. “Uno scandalo nello scandalo – ha detto Mario Bravi – non è possibile risarcire una famiglia con una cifra così irrisoria per la morte di un giovane lavoratore. L’Inail è l’unico ad essere in attivo e dovrebbe utilizzare i propri mezzi per aumentare la prevenzione. Sono pienamente d’accordo con la mobilitazione lanciata dal web”.

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