La mafia non più “privilegio” del Sud
MASSO MARTANA – Nel 1992 la mafia uccide tre persone che portano il medesimo cognome: Borsellino. Il giudice Paolo Borsellino e due giovani imprenditori di 32 e 52 anni. Questi ultimi erano rispettivamente lo zio e il nonno di Benny Calasanzio Borsellino autore insieme a Salvatore Borsellino del libro «Fino all’ultimo giorno della mia vita».
L’opera è stata presentata ieri sera da Benny Calasanzio nell’ambito della rassegna letteraria “Pagine sotto le stelle” a Massa Martana. L’incontro è stato moderato dal giornalista Roberto Vicaretti.
Il racconto dell’autore inizia da suo zio e suo nonno, due giovani operai che avevano investito tutti i risparmi in una ditta di calcestruzzi e che dicono no ai ricatti della mafia. Una mafia che non perdona e che uccide se lesa nel suo onore. Le dichiarazioni ricche di ipocrisia di Totò Cuffaro del 2006 e Clemente Mastella del 2007 due indagati, di cui uno per reati connessi alla mafia, indignano il giovane Benny Calasanzi e lo spingono a contattare Salvatore Borsellino, fratello del giudice. In seguito a tale incontro nasce tra i due una sincera e stimata amicizia che li porterà alla realizzazione di questa preziosa opera.
È intervenuto al dibattito, grazie a un collegamento via skype, anche Salvatore Borsellino. “Strage di stato e non di mafia” afferma Borsellino riferendosi al delitto di via d’Amelio. Dichiara inoltre che dopo un lungo periodo di silenzio e di rabbia, sentimenti scaturiti da processi farsa e da un’opinione pubblica maledettamente distratta, ha ritrovato la speranza grazie alla sete di verità della nuova generazione che ha portato alla nascita del movimento delle Agende rosse al cui interno pulsa l’impegno di tanti giovani.
«La mafia in Umbria – Cronaca di un assedio» il secondo libro presentato nel corso della serata. I partecipanti hanno ascoltato le parole dell'autore Claudio Lattanzi grazie alla messa in onda di un'intervista registrata nel pomeriggio di ieri. Si tratta di un’inchiesta sulle strategie adottate nel corso degli ultimi anni da camorra, ‘ndrangheta e Cosa nostra per mettere le mani su lucrosi business nella regione. Il suo libro inchiesta fa prendere coscienza all’Umbria e alla sua gente di essere assediata dalla mafia e informa sugli intrecci robusti tra malaffare e politica. L’infiltrazione avviene attraverso i capitali sporchi e nella gestione dello spaccio della droga, nell’edilizia, nei rifiuti e nell’usura.

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