di Mario Bravi*

PERUGIA - Sempre più pesante la situazione occupazionale e del lavoro, questo sottolineano i dati dell’Osservatorio Nazionale della CGIL relativi al luglio 2012, confrontando i primi 7 mesi dell’anno in corso con lo stesso periodo dell’anno precedente.

Infatti per quanto riguarda la nostra regione i lavoratori coinvolti dalla CIG risultano essere 29.469, di cui 14.735 a 0 ore. Per quanto riguarda la tendenza nello stesso periodo considerato in Umbria l’aumento del numero delle ore è pari al 37,2% rispetto a un aumento nazionale dell’8,76%. L’Umbria è tra le regioni del centro-nord dove c’è l’aumento più consistente nel ricorso alla CIG e siamo a livello nazionale preceduti solo da Sicilia e Basilicata.

Questo dimostra che la crisi in Umbria incide in maniera più rilevante che non nella media nazionale. Se a questo aggiungiamo il numero dei posti di lavoro persi (6 mila solo nell’edilizia) e l’elenco delle vertenze aperte il quadro che ne deriva è sempre più preoccupante.

La CGIL ritiene che è prioritario tutelare il lavoro e difendere l’apparato manifatturiero della nostra regione.
Su molte vicende da quelle del polo siderurgico ternano, al polo chimico, alla vicenda Antonio Merloni e accordo di programma, emerge l’assenza di una politica industriale a livello nazionale che incide in maniera negativa nella nostra regione.
La priorità quindi è il lavoro e la difesa dell’occupazione che presuppone una diversa politica economica. Per questo riteniamo necessario aprire la VERTENZA LAVORO UMBRIA. Ma la CGIL è convinta che ci deve essere un nesso profondo tra questioni economiche e sociali e il processo di riforme che si è avviato nella nostra regione.

Per queste ragioni riteniamo necessario un ruolo maggiormente incisivo di tutti i soggetti sottoscrittori il tavolo dell’Alleanza per l’Umbria.
Processo di riforma che ha visto risultati importanti negli anni passati con la costituzione di Umbria Mobilità e che ora vive momenti difficili grazie alle scelte sbagliate della direzione aziendale.
Ora occorre operare con chiarezza per difendere il lavoro di questa Azienda e insieme il diritto alla mobilità dei cittadini umbri.
La CGIL dà un giudizio positivo del confronto avviato con la Regione sulla riforma della sanità,  sull’assetto endoregionale e sui servizi pubblici locali.
Per quanto riguarda la sanità va difeso e valorizzato il sistema sanitario regionale nel suo carattere universalistico e pubblico, e per questo sottolineiamo la validità delle proposte formulate dalla CGIL, e sosteniamo l’esigenza di un  assetto istituzionale basato su due aziende sanitarie e su due aziende ospedaliere, coordinate da una governance della regione e da un sistema di rapporti chiaro con l’Università.
Riteniamo che dalle riforme avviate si debba rafforzare l’identità di una regione unitaria e plurale.
Per questo nel ribadire il nostro giudizio negativo sulla spending review, consideriamo sbagliata l’ipotesi di realizzare un assetto monoprovinciale nella nostra regione, e ribadiamo la necessità di un riordino delle province valorizzando anche l’identità e la storia di tante città e territori che integrate in una logica di rete, costituiscono una ricchezza e un possibile futuro per questa regione.
In questo senso ribadiamo l’esigenza di potenziare e qualificare le relazioni con le regioni dell’Italia di mezzo a cui ci uniscono valori e scelte economiche importanti.

Per tutti questi motivi la CGIL continuerà il suo lavoro insieme a CISL e UIL per realizzare una piattaforma unitaria.
Inoltre, essendo il lavoro, e i suoi valori, elementi costituenti e connettivi dell’identità regionale la Cgil si impegna a realizzare un documento entro il mese di Agosto con il coinvolgimento di tutte le sue strutture confederali e di categoria,  e che sarà oggetto di confronto a 360 gradi con tutti i soggetti politici, istituzionali e sociali della nostra regione.
Il documento sottolineerà il rapporto tra lavoro, sviluppo e nuovo regionalismo.
Un nuovo regionalismo dell’Umbria che rafforzando la sua identità unitaria e plurale guardi al futuro superando ogni logica localistica e  di chiusura corporativa.

Questa è la sfida che la CGIL lancerà nei prossimi giorni.

*Segretario Generale CGIL Umbria

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