Spagnoli:"Sulla Perugina i sindacati sprecano occasioni di lavoro per i giovani"
PERUGIA - “Oggi la Perugina non è più italiana, è del gruppo Nestlè. Un altro fiore all'occhiello italiano che è passato in mano straniera. Certo non è facile restare in Italia per le nostre aziende: burocrazia, alto costo del lavoro, infrastrutture inadeguate, slittamento delle pensioni, strapotere di alcuni sindacati, non permettono alle aziende di prosperare, tantomeno di fare nuovi investimenti nel nostro Paese. La "partita estiva" che si sta svolgendo tra Nestlè e sindacati nello stabilimento di Perugia non si risolverà così facilmente come in passato”. Lo scrive sul sito di Generazione Italia la coordinatrice regionale di Fli in Umbria e componente dell’Assemblea Nazionale, Carla Spagnoli.
“La Nestlè ha proposto un contratto di solidarietà espansiva per creare uno spazio occupazionale per i giovani offrendo la possibilità ai lavoratori di ridurre da 40 a 30 le ore settimanali e favorire l'assunzione di un figlio. Avere in una stessa famiglia due contratti retribuiti al 75% comporterebbe un incremento al budget familiare, quindi lavorare meno ore, ma lavorare tutti. Un "Patto Generazionale" per aprire le porte della Perugina-Nestlè alle nuove generazioni”, continua.
“Ma da anni la CGIL, presente in Perugina, detta legge ed impone regole e condizioni, la sua opposizione oggi alla proposta dell'Azienda è puramente ideologica e non condivisa da gran parte dei dipendenti Nestlè tesserati. Sarebbe un peccato sprecare l’ennesima occasione, ma ancora più difficile spiegare ai giovani, oggi disoccupati, che grazie al sindacato non saranno assunti dalla Perugina”, conclude Spagnoli.

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