PERUGIA - Dà ampio spazio alle eccellenze della sanità umbra e dell'ospedale di Perugia l'edizione speciale di “Focus salute” in edicola da oggi. Pubblicazione con uno speciale dorso che contiene una intervista al direttore della struttura complessa di ortopedia e traumatologia del nosocomio perugino professor Auro Caraffa.

A sottolineare l'attività del reparto - riferisce l'ufficio stampa del Santa Maria della Misericordia - gli “straordinari risultati” conseguiti per gli interventi di artroscopia del ginocchio, che hanno fatto riscontrare una percentuale “assai modesta” di re-intervento entro sei mesi. Proprio questa caratteristica è stata evidenziata nella graduatoria proposta da Focus che mette l'ospedale perugino ai primissimi posti in Italia. Su 530 interventi compiuti nel 2011 “appena lo 0,57%” ha richiesto un re-intervento.

“Ciò che è stato rilevato - ha sottolineato Caraffa - riempie di gioia me e tutto il personale della struttura complessa, non è certo frutto del caso se abbiamo centrato obbiettivi di cosi grande rilevanza. Negli ultimi due anni abbiamo eseguito ben 1.400 interventi e messo a punto un programma che abbiamo rispettato pienamente. Assumono importanza primaria la professionalità dell'operatore e la disponibilità della direzione aziendale che fornisce le risorse. Un operatore per mantenere una adeguata manualità deve eseguire almeno 100 interventi in un anno, con l'accortezza di procedere esclusivamente quando esistono quei parametri che in letteratura sono ben specificati”.

Focus - si legge ancora nella nota - mette in evidenza che la struttura del Santa Maria della Misericordia si è preoccupata di sottolineare che dagli interventi sono stati esclusi gli anziani con gravi patologie artrosiche, che non avrebbero avuto alcun giovamento.

Secondo il prof Caraffa “nelle patologie della rotula l'abilita' del chirurgo incide al 50% sul buon esito del risultato, per il restante 50% hanno incidenza una adeguata preparazione muscolare pre-operatoria ed una adeguata riabilitazione”. “Una forte incidenza per un secondo intervento chirurgico - ha aggiunto - è legata ad un incompleto recupero post operatorio: questa ultima condizione è strettamente collegata alla disponibilità della struttura sanitaria che mette a disposizione la tecnologia più avanzata per garantire risultati di eccellenza. E se la nostra struttura figura ai primissimi posti nazionali oltre alle qualità degli operatori è grazie alle apparecchiature di cui possiamo disporre”.
 

Condividi