Questo è l’ennesimo appello che noi operaie, anzi ex operaie della Euroservice vogliamo lanciare alla multinazionale Nestlè, ad Euroservice ed alle istituzioni perché vogliamo tenere alta l’attenzione sulla nostra situazione. Disoccupate e senza prospettive. In Italia si permette ad una multinazionale di fare il bello ed il cattivo tempo e di raschiare il fondo del barile fino a che ce n’è, poi arrivederci e grazie, e la parte debole, che per anni è stato il vero ed unico pilastro di un meccanismo per far soldi ( e di soldi ne sono girati tanti ), a casa e distinti saluti. Noi non permetteremo a nessuno di far si che in un’Italia democratica che scende in piazza unita a difendere il lavoro, a 50 donne venga tolto tutto, dignità compresa, senza lottare fino alla fine. Insieme alla Cgil ed a tutte le istituzioni che vogliono e possono darci una mano chiediamo un impegno serio e concreto su tutti i fronti: occupazione ed ammortizzatori sociali.

Nestlè per un motivo ed Euroservice per altri non possono pensare di risolvere la “ faccenda” fra di loro senza tener conto che dove sono arrivati ce li abbiamo portati noi con il nostro lavoro, con la nostra professionalità, con la disponibilità in orari e giorni fuori dall’ordinario e con il sacrificio. Noi siamo pronte a rimboccarci le maniche ma adesso servono solo i fatti. Siamo consapevoli di essere entrate in un meccanismo più grande di noi, ed i vero problema è che oggi siamo abituate ad i giochi politici e di denaro che quasi li abbiamo scambiati per normalità. Non è così che dovrebbe essere, vogliamo poter provare a cambiare le cose e nel nostro piccolo anche se ne usciremo sconfitte potremo dire di aver lottato fino in fondo. La Cgil che in questo percorso ci è stata vicina nella lotta deve continuare con noi questa battaglia. Siamo come in tempo di guerra e noi non abbiamo niente da perdere. E’ arrivato il momento che qualcuno ci metta o ci rimetta la faccia, perché noi ce l’abbiamo messa e forse anche persa insieme al nostro lavoro.


Ognuno faccia la sua parte perché noi la nostra l’abbiamo sempre fatta. Noi non avremo né una buonuscita , né una bella pensione ( a dire il vero non avremo proprio la pensione), né tanto meno uno straccio di lavoro, ma la possibilità di far crescere i nostri figli, almeno quella ci è concessa? Il nostro contratto non lo prevede. Niente cassa, né mobilità, né disoccupazione perché non lavoriamo. Allora dopo la mano sulla coscienza i nostri imprenditori la mettessero al portafoglio che è pieno grazie a noi. Provocazione? Nemmeno tanto. Sarebbe solo giusto per noi e per tutti quelli che come noi si ritrovano a casa dopo anni di lavoro, con tante scuse ma… c’è crisi. La crisi c’è di sicuro ma non è solo quella, è tutto il meccanismo ingarbugliato che ci ritroviamo e che permette che nel 2012 ci siano famiglie alla fame e pensionati milionari che non sanno nemmeno cosa vuol dire lavorare.

Svegliamoci tutti !
 

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