PERUGIA - La Fisac Cgil apprende da notizie di stampa che il consiglio regionale ha recentemente “preso atto del bilancio di esercizio 2010” di Sviluppumbria Spa, la società regionale di sviluppo economico ci cui la medesima Regione è azionista di maggioranza assoluta.

Pur apprezzando che la Regione abbia finalmente dato un segnale di attenzione alle problematiche della sua controllata, attenzione sollecitata in più occasioni dalla CGIL, non può sottacersi lo stupore per il fatto che si sia “preso atto” del bilancio 2010 con un anno di ritardo, ci saremmo aspettati che si parlasse più coerentemente del bilancio 2011.

Detto questo ci preme comunque sottolineare alcuni aspetti, esclusivamente a tutela della dignità e della professionalità di tutti i lavoratori di Sviluppumbria, che più di una volta recentemente sono stati oggetto di atteggiamenti aziendali oltremodo punitivi; nell’articolo si evidenzia che “il fatto più rilevante dell’esercizio 2010 è certamente il processo di fusione per incorporazione di Bic Umbria Spa in Sviluppumbria”, per poi aggiungere che ”il margine operativo negativo è stato determinato dall’incremento dei costi, principalmente derivante dalle imprese incorporate nel corso del 2010, a fronte del quale non si è manifestato un corrispondente incremento del valore della produzione”.

Per amor di verità non può non sottolinearsi come l’incorporazione di Bic Umbria, unica operazione del genere in quell’anno, sia avvenuta solo a metà dicembre 2010, per cui non può seriamente sostenersi che in sole due settimane i costi dell’incorporata possano aver inciso in maniera sensibile sul bilancio di quell’anno; anzi ad onor del vero Sviluppumbria da quell’operazione ha avuto un vantaggio molto rilevante, in quanto Bic ha portato in dote liquidità, un patrimonio immobiliare rappresentato dagli incubatori di grande valore, commesse in essere per diverse centinaia di migliaia di euro, tutti elementi che hanno consentito a Sviluppumbria una ingente plusvalenza che ha consentito un sostanziale pareggio di bilancio.

Andando oltre comunque, apprendiamo che il CdA, d’intesa con la Giunta Regionale, lavora alla predisposizione di un piano triennale che possa assicurare l’equilibrio di gestione; questo fatto da un lato ci conforta, visto che più e più volte abbiamo chiesto sia alla Regione che all’azienda di aprire un tavolo di confronto per discutere sul ruolo e sulle risorse da assegnare a Sviluppumbria, perché possa svolgere al meglio il suo ruolo, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale, richieste puntualmente rimaste assolutamente inascoltate.

D’altro canto questa situazione ci preoccupa, perché troppo spesso i piani di riequilibrio gestionale hanno avuto come unico obiettivo quello di contrarre i costi del personale, pianificando in un modo o nell’altro la fuoriuscita di lavoratori.

Vogliamo sperare che nessuno in Regione abbia in mente una ipotesi del genere, che ovviamente incontrerebbe la nostra intransigente opposizione; ci auspichiamo invece che finalmente la Regione risponda alle nostre sollecitazioni, si decida finalmente a convocare le organizzazioni sindacali, la cui disponibilità non ha mai trovato corrispondenza, e si apra quel tavolo di confronto che abbiamo richiesto in quanto vogliamo essere parti attive nella definizione di quel piano, le cui ricadute sono fondamentali per le prospettive di sviluppo del territorio regionale.

Mario Bravi – segretario generale Cgil Umbria
Massimo Giulietti – segretario generale Fisac Cgil Umbria

 

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