PERUGIA – “Il personale del 118 è un capitale umano e di esperienza che non intendiamo sottovalutare. Vogliamo superare il problema delle associazioni del trasporto sanitario rimaste fuori dalle gare. Visto che non lo abbiamo fatto nella fase di preadozione del testo di riforma, vedremo di inserire questa partita al momento dell'adozione del disegno di legge'': lo ha detto l'assessore regionale alla Sanità, Franco Tomassoni, rispondendo al primo dei quesiti che il presidente della terza commissione consiliare di Palazzo Cesaroni, Massimo Buconi, gli ha sottoposto nella riunione di giovedì, dove sono state discusse le richieste avanzate durante le precedenti audizioni dei lavoratori della Croce bianca e dei sindacalisti di Cgil e Cisl per il trasporto sanitario, insieme a quelle dei rappresentanti dei dipartimenti sanitari e a quelle delle associazioni che si occupano di oncoematologia nel nosocomio di Terni.

I rappresentanti sindacali dei veterinari - riferisce un comunicato della Regione - avevano invece evidenziato che solo la Asl 3 ha applicato i dettami della delibera di giunta relativa al riassetto dei dipartimenti, lasciando intendere - spiega il comunicato - che le altre Asl umbre l'avevano ritenuta inapplicabile. Tomassoni ha spiegato che la delibera della giunta non e' in alcun modo afflittiva per alcuno, essendo motivata dalla necessità di efficientazione e miglioramento dei servizi ed essendo anche slegata da considerazioni di tipo economico: “Non sono cambiamenti fatti per risparmiare - ha detto - e non c'è alcun depotenziamento dei servizi. Ci siamo adeguati con una delibera laddove altre Regioni hanno addirittura legiferato, mantenendo quattro aree dipartimentali invece delle tre previste dalla riforma Bindi. Non abbiamo toccato i servizi, ma la loro organizzazione, cosa che compete in pieno all'esecutivo regionale”.

Sull'inapplicazione della delibera di giunta, il direttore generale della sanità, Emilio Duca, ha spiegato che “le altre tre Asl hanno già avviato le procedure di identificazione delle figure professionali necessarie, un provvedimento che riguarda tutti i dipartimenti, non solo quelli veterinari”, ed ha ribadito che “sono norme dello Stato quelle che prevedono tali figure professionali che, nell'esercizio delle loro funzioni, sono anche operatori di polizia giudiziaria”.

Alle problematiche sollevate dallo Scoet di Terni e dalle altre associazioni che si occupano di malati oncologici, l'assessore regionale alla Sanità ha risposto che “l'occasione più giusta per venire incontro alle loro richieste (posti letto, servizio infermieristico dedicato, spazi adeguati, privacy, ndr.) sarà offerta dalla ristrutturazione dell'ospedale di Terni, per la quale sono previsti 24 milioni di euro, di cui 6 gia' avviati. Non possiamo fare, invece, un reparto di oncoematologia a Terni, in linea con il riordino che abbiamo davanti di tutti i servizi sanitari, che prevedono comunque mobilità. Il numero dei ricoveri - ha aggiunto - non consente di prevedere un'area di degenza dedicata, con servizio medico e infermieristico autonomi”.

Su quest'ultima comunicazione dell'assessore sono intervenuti alcuni consiglieri regionali: Paolo Brutti (IdV) ha sottolineato che la richiesta “proviene da pazienti ai quali non si possono far sopportare ulteriori disagi” e che “quanto hanno detto in audizione i loro rappresentanti è di una certa gravità”.

Rocco Valentino (Pdl) ha affermato che “vista la loro condizione, la richiesta di avere una sala più grande di quattro metri per quattro e maggiore privacy quando arriva un fax sulle loro condizioni di salute, è una necessità da risolvere”.

Gianluca Cirignoni (Lega) ha sottolineato che “E' un diritto di questi malati, che sono anche cittadini, che la convenzione stipulata anni addietro con la Regione, che prevedeva la possibilità di istituire un reparto di oncoematologia, venga rispettata”.

A queste osservazioni - conclude il comunicato della Regione - Tomassoni ha replicato spiegando che “si tratta di scelte impopolari, ma dobbiamo pure fare i conti con una situazione che da qui al 2014 porterà ad una riduzione delle risorse fino a 140 milioni di euro. Piuttosto, il Governo dovrebbe affrontare seriamente una definizione dei livelli essenziali di assistenza”.
 

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